Incontrare “dal vivo” una vera star, una delle regine della musica
lirica, applaudita ed acclamata dal pubblico di tutto il mondo, che ha cantato
nei teatri più prestigiosi - dalla Scala, al Coven Garden, al Metropolitan,
bè, non lo nego, mi emoziona, e non poco.
Mi dà appuntamento nella sua casa, luminosa, elegante, ma nello stesso
tempo accogliente, calda. E la signora Kabaiwanska (PD ‘94) è totalmente
affascinante, soprattutto perchè la scopro assolutamente restia a manifestarsi,
a rendere pubblico il suo impegno a favore dei bambini abbandonati. Non parla
neppure delle onorificenze ricevute. Credo che mi incontri solo perchè l’amore
verso questi ragazzi è immenso e il desiderio di aiutarli - e anche
di trovare aiuti - lo è altrettanto. Sono sincera, è una sorpresa:
non mi aspettavo una donna tanto ricca di sentimenti, umanità, capace
di angosciarsi e commuoversi anche al solo ripensare allo stato di abbandono
e solitudine in cui sono rimasti i bambini che ha lasciato in Bulgaria.
“Noi siamo ancora “abituati” a pensare alla fame, alla malnutrizione,
alle privazioni - dice - come se riguardassero soltanto i bambini o i popoli
africani. Ma anche in Bulgaria la situazione è veramente grave. In un
paese di 7 milioni di abitanti, sono oltre 40mila i bambini abbandonati, non
tutti orfani, ma lasciati negli orfanatrofi: la povertà e la miseria
sono tali che i genitori abbandonano i figli almeno per assicurare loro cibo
e istruzione. E la maggior parte di questi bambini non sono adottabili, proprio
perchè hanno da qualche parte qualche parente. Fino a qualche tempo
fa il comunismo teneva tutto ben nascosto, questi orfanatrofi erano simili
a lager.”
“Sono una persona che dalla vita ha ricevuto tanto - si confida - certo
anch’io ho fatto sacrifici, niente, a parte il talento, mi è stato
regalato. E proprio per questo non posso sottrarmi a quello che ritengo essere
un mio dovere: occuparmi di chi ha necessità. Voglio poter ricambiare,
almeno un po’. Ma nello stesso tempo, intendo lottare per salvare qualcosa
della cultura del mio paese, questa eredità enorme, magnifica, che rischia
di essere perduta. In un mondo malato di egoismo, avvelenato dall’indifferenza
e dall’odio - sinceramente mi ero illusa che il 2000 portasse almeno
un po’ di saggezza - credo che i bambini siano l’unica nostra speranza,
e meritino di essere aperti al valore dell’arte”.
Proprio per questa ragione Raina Kabaivanska nel 1992 assieme alla poetessa
e scrittrice Blaga Dimitrova, personalità eminente della vita cultu-
rale, ha istituito una fondazione benefica tramite la quale viene offerta
assistenza e formazione ai bambini bulgari che, privi di famiglia, abbiano
sviluppato particolari doti artistiche .
“Anche se ho incontrato bambini veramente tanto ricchi di talento, lo
ammetto, non è un’impresa facile! Come si fa a mettere nelle mani
di un bimbo un violino o metterlo seduto davanti ad un pianoforte, quando prima
di tutto gli si deve insegnare a che cosa serve sapone e dentifricio? Ma ci
provo perchè sono convinta che la musica, l’arte, possa dare un
senso alla loro vita, oltre che la possibilità di offrire un futuro,
lontano dalla strada”.
Da dieci anni, dunque, la famosa cantante dedica tempo, energie e denaro
per sostenere i ragazzi più dotati, aiutandoli a realizzare i loro sogni
artistici attraverso l’istituzione di borse di studio e la promozione
di inziative culturali negli orfanatrofi. Ora sono tre le insegnanti che nella
casa-orfanatrofio si occupano dell’educazione musicale dei più piccoli
di età tra i 6 e gli 11 anni. E il coro della Fondazione sta già ottenendo
successi lusinghieri.
Ma non è tutto
“Assieme ad una commissione di cui faceva parte anche il Rettore dell’Accademia
di belle arti, ho appena selezionato i lavori dei ragazzi delle scuole medie
e superiori che hanno partecipato a due concorsi per musicisti e pittori. Dapprima
avevo pensato a 10 borse di studio, ma poi ho incontrato studenti talmente
dotati, pianisti, violinisti, pittori, un po’ meno cantanti, che alla
fine ho offerto aiuti economici concreti a ventinove di loro. Non potevo rifiutare
aiuto a chi ha potenzialmente tante capacità”.
Ma non è ancora tutto: con una cerimonia tenutasi a Sofia, al termine
di un concerto che il soprano ha tenuto con l’Orchestra filarmonica bulgara,la
signora Kabaiwanska ha consegnato due borse di studio internazionali ad un
soprano e ad un tenore, due giovani talenti che la seguiranno in Italia per
studiare canto con lei.
Com'è nata una stella
Ero poco più di una ragazzina, frequentavo il conservatorio e, senza
false mo-
destie, ero brava. Allora, non dimentichiamolo, la Bulgaria era uno dei
paesi satelliti dell’Urss e noi non conoscevamo praticamente altro. Dico
praticamente perchè, invece, un amico aveva una radio ed ascoltava le
stazioni occidentali, le stazioni radio proibite. La sera ci sintonizzavamo
e io scoprii ... quella che seppi poi essere la voce di Maria Callas. Pensai
di voler assolutamente diventare un’interprete come lei, completa. Era
il 1958 e vinsi una borsa di studio per il Bolsoj di Mosca, cosa potevo desiderare
di più? Solo studiare canto in Italia. Con coraggio - il coraggio dell’incoscienza?
- chiesi di essere ricevuta da chi poteva decidere il mio futuro. Feci ore
e ore di anticamera, ma fui premiata. Succedeva che ogni tanto qualcuno facesse
un gesto magnanimo. E dopo 4 giorni partii per Milano. Avevo 160 mila lire,
una grossa cifra per allora, certo, ma non tanto per assicurarmi la preparazione
agli studi che ero decisa ad intraprendere. Oltre al talento, nella vita occorre
sempre un pizzico di fortuna, ed io sul mio cammino incontrai la maestra Zita
Fumagalli che non solo mi diede lezioni di canto, ma mi trattò come
una figlia. Nel ‘59 debuttai a Sanremo. Andai in treno: ero in terza
classe, ma indossavo la sua pelliccetta perchè, mi disse, “un
soprano si presenta sempre in pelliccia”. Dopo solo due anni la Scala,
e poi il Coven Garden, il Metropolitan .... il successo.
E la musica le ha anche fatto conoscere l’amore, un amore modenese. “Mio
marito, l’ho conosciuto qui a Modena in occasione della prima della “Tosca”:
Franco era il regista dell’opera. Molto, molto bravo, ma per amore mio
e di nostra figlia ha preferito i medicinali (è farmacista, ndr) al
palcoscenico, ricoprendo spesso non solo il ruolo di padre, ma anche, quando
ero in tournèe, quello di madre. Sono molto orgogliosa di Francesca,
nostra figlia, ora è un’archeologa di successo. E’ per amore
loro che la mia carriera si è concentrata prevalentemente in Italia,
ho rinunciato alle lunghe trasferte negli Stati Uniti, in Sud America, ma non
rimpiango nulla, perchè la mia famiglia, è sempre stata ed è tutt’ora
la mia “isola”.
Come opera la fondazione
La Fondazione Raina Kabaiwanska, fondata dalla stessa cantante
Come aiutare la fondazione
Fondazione Raina Kabaiwanska
Carisbo
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Per le adozioni a distanza:
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Telefax: 051 840304
CC postale: 24442402
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Agenzia di Sasso Marconi
ABI 06385 - CAB 37100 - CC 2701-1
Alcune delle associazioni che abbiamo aiutato in questi anni: