Intervista a Cristina Bicciocchi

L’intervista a Cristina Bicciocchi… per scoprire chi c’è dietro a Profilo Donna.

Cristina Bicciocchi, quali sono le peculiarità di Profilo Donna?
«Beh, innanzitutto l’esclusività. È stata fatta una scelta ben precisa in questa direzione: fin dalla prima edizione abbiamo voluto affiancare a Profilo Donna solo ed esclusivamente sponsor di prestigio a coronamento dei successi delle donne premiate. Inoltre, da sempre, abbiamo avuto un occhio di riguardo per la solidarietà, altro tema che mi è particolarmente caro perchè ci abitua a conoscere le tante necessità della nostra società e ci sprona all’impegno... Disponendo di mezzi di comunicazione e coinvolgendo molte persone, nelle nostre manifestazioni abbiamo cercato di sensibilizzare i partecipanti con raccolte fondi, lotterie di beneficenza che potessero dare un significato ancora più importante al fatto di incontrarci. Così con Profilo Donna abbiamo aiutato e dato visibilità nel corso degli anni a tante associazioni e fondazioni».

Come mai un riconoscimento al femminile?

«Mi sembrava ce ne fosse bisogno... forse perchè fin da bambina mi sono sempre chiesta come mai nei libri di scuola c’erano sempre così pochi riferimenti a donne importanti come per esempio alchimiste, pittrici o scienziate. Poi ho capito che per molti secoli è stato impensabile che una donna potesse permettersi di dedicarsi a qualcosa del genere o potesse anche solo pensarlo, visto che in molti casi la sua vita era già codificata in un ruolo ben preciso. Le donne, si sa, hanno sempre occupato un ruolo subalterno se non addirittura discriminato, come purtroppo succede ancora in molte parti del mondo e in molti casi anche il nostro passato non fa eccezione. Sinceramente non ho mai capito come una mentalità di questo tipo abbia potuto avere terreno fertile per tanti secoli, ma nel corso della storia ci sono stati e ci saranno sempre tanti punti interrogativi che probabilmente rimarranno molto difficili da spiegare... Oggi nell’Occidente, si è aperta una breccia: da alcuni decenni le donne hanno acquisito il diritto di voto, possono studiare, possono rendersi indipendenti economicamente, possono discutere le loro idee e posizioni e, se per caso qualcuna nasce con dei talenti, finalmente può esprimerli indipendentemente dalla propria natura, donando alla società in cui vive nuove modalità di confronto».

Lei pensa che le donne riusciranno ad affermare il principio della gestione dei conflitti in modo originale?
«Il carattere e la crescita interiore individuale di una persona in questo senso sono fondamentali però, senza generalizzare, mi auguro proprio di sì. Già in azienda o nella professione una donna anziché comandare tendenzialmente crea più volentieri il gruppo, cerca più facilmente un rapporto interpersonale di fiducia. Muovendo i primi passi in questa direzione, probabilmente sono stati commessi alcuni errori iniziali, come il voler assomigliare all’uomo nei comportamenti, ma se l’autoconsapevolezza di essere se stesse anche sul lavoro avrà la prevalenza, questo processo innescherà immancabilmente nuove dinamiche, a mio avviso, positive.
Altro punto su cui dover lavorare sarà sicuramente la stima e la fiducia tra le donne che lavorano. Non siamo ancora abituate a sostenerci e a preferirci, in molti casi, ai professionisti maschi».

Quali sono gli obiettivi futuri?
«Stiamo impegnandoci per ampliare sempre più il raggio d’azione di Profilo Donna. Si sono aperti canali internazionali che si sono dimostrati delle basi per ulteriori confronti e scambi. È fondamentale che aumenti sempre la consapevolezza delle donne per arrivare in futuro alla vera e propria parità di diritti tra uomo e donna, anche in campo professionale. Chissà che tra le nuove generazioni non ci sia già qualcuna predisposta per fare tra cinquant’anni la Presidente della Repubblica. Se nasce con queste peculiarità... sarebbe un peccato che non potesse diventarlo!!!!».

In attesa di vedere fra 50 anni un Presidente della Repubblica donna, cosa si può fare per incrementare la presenza femminile in politica visto che in Parlamento è solo il 9%?
«Riappropriarci innanzitutto del giusto equilibrio tra pensiero maschile e femminile e, su questa base, favorire l’ingresso delle donne in politica. E per questo continuando a fare “propaganda”... Finora i risultati sono stati scarsi, ma non dobbiamo dimenticare che fino a pochi decenni fa, questa possibilità non era stata presa in considerazione né dagli uomini, né tanto meno dalle donne. Solo adesso, secondo me, visto il cambiamento del ruolo della donna nella società che si è innescato in maniera irreversibile (Profilo Donna ne è una testimonianza) e l’aumento della consapevolezza in atto, tra qualche anno si cominceranno a vedere i primi segnali positivi in tal senso. D’altra parte cambiamenti così radicali di mentalità, non avvengono mai da un giorno all’altro...».

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