Nei tempi di tramonto anche i piccoli uomini hanno lunghe ombre…, recita una canzone, ed è così che l’On. Brunetta, che certo non è una picca, con poche e chiare dichiarazioni è diventato, per un certo numero d’italiani, il fenomeno che ha risolto il problema del lavoro pubblico: l’assenteismo e la conseguente accelerazione del disbrigo delle pratiche burocratiche in tempi ragionevoli. Tutto ciò è suffragato anche da un sondaggio dal quale risulta che fra gli impiegati pubblici il tasso di malattia è sceso del 25% con picchi del 50%. A parte che ci sarebbe solo da rallegrarsi per la salute degli statali, il fenomeno Brunetta va preso con le molle. Vengo e mi spiego. A prescindere che sul lavoro pubblico ci sarebbe da scrivere non 4 righe ma un volume, mi chiedo: “ma fino adesso chi ha controllato il suddetto impiegato?”. Da quello che mi risulta gli enti pubblici (Inail, Inps e via dicendo) hanno direttori profumatamente retribuiti, che a loro volta hanno vicedirettori altrettanto ben retribuiti. Cosa hanno controllato fino ad ora? E’ possibile che non abbiano mai alzato il fondo schiena dalla poltrona e fatto un giro per gli uffici? E’ possibile che vedendo tante scrivanie vuote, vuoi per malattia, vuoi perché il dipendente si era assentato per fare la spesa o era da ore al bar a leggere il giornale non abbiano fatto qualcosa? Era meglio fare finta di non vedere? Il detto che la mano sinistra non sappia cosa fa la mano destra è ancora valido? Partendo da questo presupposto non credo che ci sia differenza tra nord o sud... sempre impiegati vaganti sono!
Ed inoltre siamo poi sicuri che l’assunzione tramite concorso sia la più valida?
Vi prego non mi rispondete che così si evitano le famose raccomandazioni. Sono sicuro che si possa truccare un concorso per fare assumere chi si vuole. Quante inchieste giornalistiche l’hanno documentato: basta citare quanto detto pochi giorni fa dal Prof. Stefano Zecchi sul Resto del Carlino: “posso già dire chi vincerà la prova di Filosofia. Per fare davvero pulizia bisogna bloccare tutto e cambiare alcune regole”. Un discorso a parte va riservato agli impiegati delle varie amministrazioni cittadine mi riferisco ai comuni, province, regioni, anche lì non c’è controllo!
Ma chi deve controllare ha poi i mezzi per farsi rispettare, oppure anche lì il detto sopra citato è valido?
Mi viene in mente quanto letto poco tempo fa su un quotidiano locale dove candidamente un esponente della sinistra diceva grossomodo che dove governa la sinistra vanno a posto quelli della loro area, viceversa dove governano gli altri vanno a posto i loro e chi non è schierato rimane disoccupato. Bella democrazia! Questo succedeva nella prima repubblica, ma siamo sicuri che questo non succede anche adesso? Certo, la destra su questo argomento è più seria, o meglio è più avara. Conosco una persona che ha votato a destra convinta del cambiamento: rimasta poi disoccupata ha fatto domanda di lavoro a destra e a manca senza trovare nulla, pur essendo molto valida. Ora lavora grazie all’aiuto di una persona di centro sinistra che ha ritenuto che il disoccupato in questione fosse persona seria e capace. Volete sapere per chi voterà alle prossime amministrative la persona sopracitata? Busta numero 1 sinistra, busta numero 2 destra, busta numero 3 altro. Mandatemi le vostre risposte per e-mail dal nostro sito, sono curioso di sapere le vostre opinioni. Chi indovinerà con un commento simpatico riceverà un bel libro. Attendo fiducioso. Per concludere, l’On. Brunetta non ha scoperto nulla ma bisogna dargli atto che ha avuto il coraggio di dire quello che milioni d’italiani dicono apertamente o l’hanno pensato almeno una volta. Grazie On. Brunetta, che Dio la mantenga in salute e le faccia da scudo agli accidenti che le stanno mandando quella parte di impiegati che rubano lo stipendio, perché infatti siamo noi che li manteniamo pagando le tasse. Detto questo, attendiamo però che alle parole seguano i fatti, cioè i provvedimenti disciplinari per questi dipendenti colti in fragranza di reato. Spero che il prossimo sondaggio non sia su quanti dipendenti non si sono ammalati, ma su quanti dipendenti sono stati scoperti e che cosa è stato fatto per punirli. Ho sottomano un’ intervista fatta dal Il Giornale del 15 agosto al nostro premier, Cav. Silvio Berlusconi che, guarda caso, non è un gigante. Badate bene non ce l’ho con chi è basso! L’articolo faceva riferimento ai primi 100 giorni di governo: faceva molto Napoleone. Sappiamo tutti che dopo 100 giorni dal suo rientro in Francia, Bonaparte fu sconfitto a Waterloo e, scusate la sottolineatura, ma anche lui non era un gigante. Scherzi a parte il Premier elenca 20 paragrafi di cose fatte. Dopo averle lette devo purtroppo constatare che solo una parte è effettivamente applicata, l’altra è tutta da venire. Ci vorranno anni perché siano applicate e, se mai lo saranno, chi ci dice che la sinistra una volta tornata al governo, non blocchi quello che è stato fatto. Esempio: ritorno al nucleare. Prima c’è da trovare il denaro per costruire le centrali, poi il luogo, il progetto... poi cosa accadrà, perchè sicuramente accadrà visto che per creare un inceneritore a Napoli si è dovuto mobilitare la forza pubblica o come in Val di Susa per l’alta velocità, se si deciderà di fare una centrale in provincia di Modena? Lotta alla criminalità? Ma scherziamo!
É di fine agosto la notizia dell’aggressione di due turisti a Roma da parte di due romeni: li hanno selvaggiamente bastonati e violentato la donna. Non erro se dico che era rumeno anche colui che uccise una donna alcuni mesi or sono sotto la giunta guidata da Veltroni. Ma adesso che c’è Alemanno, mi risulta essere di destra, e visto che si dice essere anche lui sindaco di tutti, che fa? Ripercorre anch’ egli le orme di Veltroni? Militari in città: sì poco meno di 5 mila uomini sparsi per tutto il territorio nazionale. Non credo risolvano il problema visto che per ogni città forse ci saranno 30 uomini, Milano esclusa che potrà contare su un centinaio. Per Roma sicuramente sono inutili così pochi uomini.
Poi, se vogliamo fare propaganda, facciamola pure ma alla lunga non regge. Sarebbe stato meglio assumere nuovi poliziotti a tempo pieno ma, anche qui siamo alle solite, mancano i fondi.
Lotta all’immigrazione clandestina: per ora senza il minimo risultato.
A Lampedusa continuano a sbarcare imperterriti, senza contare quelli che già ci sono.
Lotta ai fannulloni. Vedi sopra quanto scritto per On. Brunetta. Mi fermo qui.
Devo però riconoscere che qualcosa è stato fatto, ma c’è ancora tanto da fare.
Grazie comunque per avere tolto l’Ici sulla prima casa. Fra tutte le tasse la più odiosa.
Apro una parentesi sui soldati: li hanno mandati a fare gli spazzini. Non ricordo il nome dei reparti inviati. Ricordo però che i nostri reparti hanno una tradizione di cui vanno fieri. Per i parà della Folgore il mito di El-Alamein, per il Savoia Cavalleria in Russia Isbuschenskij, per gli alpini il tragico Don, ecc… Mi limito a questi pochi esempi, per chiedere cosa ricorderanno ora questi reparti: “Napoli anno 2008 - raccattammo la munnezza”. Dal fucile alla ramazza, bel salto di qualità. Una volta si diceva: “la Patria si serve anche facendo la guardia al bidone di benzina”. Se l’esercito deve intervenire in situazioni diverse da quello per cui sono stati addestrati, deve essere per calamità nazionali, non in questo caso. La spazzatura non rientra, a mio vedere, fra i casi di calamità nazionale ma in quelli di incompetenza politica degli amministratori delle città. Loro si, sono una calamità nazionale! Non sarebbero da interdire a vita nella amministrazione della cosa pubblica?
E a sinistra cosa succede? Marasma totale. Non si intravede niente di nuovo.
Di questo passo l’opposizione, quella di Veltroni, se non trova nuovi argomenti rischia di perdere consensi a favore delle frange più estreme, che per ora sono fuori dal parlamento ma condividono con il PD molte amministrazioni locali e regionali. E inoltre prossimamente ci saranno le elezioni Europee ed amministrative che coinvolgeranno buona parte della Nazione, nostra regione e città comprese. Argomento per il prossimo editoriale. Ah, dimenticavo… colgo l’occasione per rispondere ad una gentile signora di Rimini che mi ha telefonato lamentando che nel numero precedente non avevo citato l’On. Di Pietro che, con il suo partito, l’Italia dei valori, ha conseguito un lusinghiero 4,37% alle ultime politiche. Fatta ammenda e accontentata. Tornando all’On. Di Pietro, che con la sua opposizione a questo governo e principalmente a Berlusconi (tutta la politica di Di Pietro è tesa ad accusare il Cavaliere delle peggiori disgrazie del Paese), voglio dare un consiglio. La smetta di fare dondolare le manette, lo lasci in pace e proponga invece qualcosa di nuovo per il bene degli Italiani. Forse aumenterà i consensi. Caro On. Di Pietro crede che la legge che mette al sicuro le 4 più alte cariche dello Stato sia facile da digerire? Sono convinto che molti Italiani, anche di più di quelli che la votano, non l’abbiano gradita. Ma hanno vinto loro, questa è la democrazia. Già che c’è, cerchi di fare rispettare la Costituzione e nello specifico gli art. 56-58, in quanto mi sorge il dubbio che l’attuale sistema elettorale impedisca al cittadino di scegliere chi vuole eleggere. Stia inoltre più accorto ai compagni di viaggio e a quello che dicono, perché dopo bisogna smentirli.
Per chiudere la pagina della politica italiana devo prendere le difese del neo Ministro Mara Carfagna. Non condivido assolutamente la sua costante presa in giro messa in onda principalmente da un canale appartenente alla famiglia Berlusconi. Tale trasmissione, che non cito per evitargli gratuita pubblicità, ha per varie serate sbeffeggiato il suddetto ministro prendendo come spunto il suo passato nel mondo dello spettacolo. A parte che non vedo che cosa ci sia di male avere cercato il successo in televisione, lasciamola lavorare, giudichiamo dopo. Forse avremo perso una velina o una presentatrice, ma può essere che abbiamo acquisito un buon ministro!
Passiamo ora al campo internazionale.
Le immagini di guerra sono improvvisamente apparse davanti ai nostri occhi provenienti da una regione dell’Asia Sud Occidentale, la Georgia. Come Stato autonomo ha avuto una vita travagliata per secoli. Ha subito la dominazione Ottomana, intorno al 1783 il suo re Eraclio II si pose sotto la protezione della Russia imperiale che nel 1864 integrò come regione dell’Impero.
Dopo un vano tentativo nel 1918 di rendersi autonoma, nel 1921 i bolscevichi, dopo la vittoria della guerra civile occupano la Georgia. Tra parentesi ci sarebbe mancato altro in quanto la Georgia ha dato i natali a quel campione di dittatore che abbreviando il suo lungo nome chiamiamo Stalin. Proprio lui, a cui le statistiche accreditano la bellezza di 80 milioni di morti sotto il suo regime.
Ma torniamo al problema Georgia.
Nel 1991 l’Unione Sovietica al collasso, fa si che la Georgia si renda indipendente. Fra una guerra civile e l’altra, crisi con l’Ossezia meridionale che vuole essere indipendente, problemi con i separatisti dell’Abhasia si arriva al giorno d’oggi in cui l’attuale presidente, e il suo governo filo occidentale - filo americano , pensa di fare quello che vuole mostrando i muscoli ai separatisti dell’Ossezia in cui vive una forte minoranza Russa.
Ma sbaglia i conti. Infatti a Mosca comanda un Signore che si chiama Putin e che si è messo in testa di riportare la Russia fra le potenze mondiali.
Putin, che non ha digerito l’indipendenza del Kosovo, memore degli antichi legami fra Russia e Serbia anche religiosi (le due nazioni infatti sono ortodosse), reagisce prontamente. Passi il Kosovo, ma non l’Ossezia. Immediatamente le truppe russe varcano i confini, dilagano nella regione e visto il divario di forze, sistemano il tutto in pochi giorni.
Proteste internazionali a non finire ma Putin non cede. Pax russa o niente. Morale della storia: tutto questo per ragioni puramente economiche. Bisognava salvaguardare il transito dei prodotti petroliferi e di gas naturali dalla Russia all’Occidente. Se Bush va in Iraq per assicurarsi riserve petrolifere, non vedo dove sia lo scandalo se Putin agisce nello stesso modo.
Sono finite anche le Olimpiadi di Pechino 2008. La Cina, ha vinto più medaglie d’oro di tutti: 51. A mio avviso però sono 52. La medaglia d’oro mancante è quella che ha vinto per la mancanza di libertà. I morti in Tibet ne sono la testimonianza. Segue la mancata possibilità di protestare. Infatti in Cina per protestare bisogna rivolgersi agli uffici di polizia per ottenerne l’autorizzazione.
Qualcuno aveva ventilato l’ipotesi del boicottaggio delle Olimpiadi. Parole al vento visto i miliardi spesi dagli sponsor e gli investimenti fatti da società estere. Tanta solidarietà al Dalai Lama che viene ricevuto da tutti i Paesi democratici ma niente di più.
Qualcuno mi ha detto che non parlo molto della nostra città. E’ vero, di argomenti ce ne sarebbero. Per questo, anche in vista delle prossime elezioni, il prossimo numero sarà dedicato quasi interamente alla nostra città. Anzi chiedo il Vostro aiuto, come quello della Signora sopracitata che ha telefonato in redazione, o scritto alla mia e-mail maxmax25@aliceposta.it .
Ricordate il detto? Non condivido la tua idea ma mi batterò perché tu la possa esprimere. Concludo come al solito.
Attendiamo uno Zar che ci liberi da tutto questo.