L’attuale segretario, Fini, devo dire che ha saputo traghettare il vecchio partito, ovvero MSI, prima come AN e poi nella nuova formazione voluta da Berlusconi, preparandosi così a diventare il delfino naturale di Berlusconi. Ovvio che abbia dovuto fare dei salti mortali per raggiungere lo scopo e abbia lasciato sul terreno quasi 900.000 voti, che la nuova formazione politica della Santanchè Storace, LA DESTRA - FIAMMA TRICOLORE, giustamente rivendica il diritto di rappresentare. Diamo merito quindi alla Santanchè che ha rappresentato gli Italiani che hanno un’altra idea di destra, oltre ad aver rinunciato ad un tranquilla sedia, a fronte di una più difficile lotta politica fuori dal Parlamento.
Da notare l’ottimo risultato della Lega Nord che ha saputo raccogliere il voto di protesta degli italiani in fatto di tasse e immigrazione. Ora Berlusconi, dato l’ampio margine di manovra, ha tutti i numeri per governare e per rimettere in piedi l’Italia. Al di là delle promesse elettorali, se dovesse realizzare il 20% del suo programma elettorale, già sarà un buon risultato. Non esiste la bacchetta magica per risanare un paese che non è capace di risolvere il problema “della monnezza” in una sua città, figuriamoci i mali atavici. Ma, come dice il titolo, se sono rose fioriranno...
Passiamo ora a parlare della sconfitta dell’altro soggetto politico il PD di Walter Veltroni, sconfitta per altro annunciata dal malessere creato dal precedente governo di Prodi. Veltroni c’è la messa tutta, ma non è bastata. Benché abbia aumentato i voti dei primi sondaggi, il “popolo sovrano” per metà gli ha detto no. Sparisce invece dal parlamento la rappresentanza comunista. Con una condotta che sfiora il suicidio politico si sono presentati divisi e non sono riusciti a superare la soglia di sbarramento. Nella storia del parlamento repubblicano esisteva solo un altro esempio di suicidio politico così eclatante: era quello della legislatura del ‘58 quando i monarchici Covelli e Lauro, si presentarono divisi alle elezioni, venendo così sconfitti. Allora però dietro c’era la “lunga mano” della DC. Per finire il buon risultato di Casini con l’UNIONE DI CENTRO. Non solo ha resistito alla chiamata di Berlusconi, ma ha creato un partito destinato a raccogliere quell’ elettorato di centro che non vuole essere omologato o intruppato.
A proposito di Fini: nel suo discorso come Presidente della Camera dei deputati ha espresso il desiderio che gli italiani non credano di avere a che fare con una casta. Sarà vero? Per il momento i partiti passano alla cassa per incassare la bella cifra di quasi 500.000.000 euro a fronte di spese elettorali di 120.000.000 euro. E... ci si riferisce solo alle elezioni del 2006. Ora, visto la pochezza di pubblicità elettorale di queste elezioni, sarebbe già il caso di guardare se effettivamente vengano spesi questi soldi. Questo però riguarda una più articolata riforma elettorale per limitare lo strapotere delle segreterie che impongono di votare le persone che decidono loro, sia che essi siano esperti di economia o che siano veline, soubrette o ballerine. Ora per riuscire a votare un candidato che ti ispiri fiducia sono rimaste le elezioni amministrative o le europee. Dovremmo allora parlare della soglia di sbarramento che riduce l’ingresso in parlamento ad altre formazioni politiche. Sta di fatto che a queste elezioni ben 3.651.000 italiani hanno preferito dare il voto a partiti ben sapendo che questi non avrebbero superato la soglia dello sbarramento. Tale comportamento a mio avviso vuol dire che la gente vuole scegliere il candidato, non votare il meno peggio! E visto che c’è un ulteriore numero di persone che non va a votare o esprime il suo dissenso nel segreto dell’urna (o come direbbe un grande umorista di cui parleremo a fine articolo, “nella cabina elettorale Dio ti vede, Stalin no”) bisognerà cambiare questo sistema elettorale. A proposito di quanto sopra scritto, nel loro primo incontro Berlusconi e Veltroni (“prove di grande inciucio”, chi vivrà vedrà) hanno parlato di innalzare la soglia di sbarramento anche alle europee. Quanti amici devono sistemare!
Ciò vuol dire lasciare ben poco spazio ad altre formazioni, oltre che alla pluralità della politica, e lasciare il governo del paese nelle mani di pochi eletti che possono fare e disfare a loro piacimento.
Caro Presidente della camera On. Gianfranco Fini, altro che casta!
E sempre a proposito del PDL voglio vedere alle prossime amministrative come andrà a finire. Ora ci sono tanti galli nel pollaio ma sono destinati a diminuire visto che non sempre i voti si sommano e permettono di guadagnare più seggi: un esempio, le regionali che dal punto di vista dell’appannaggio si avvicinano a quelli nazionali. Secondo me si stanno affilando i coltelli! Siccome nelle elezioni regionali c’è ancora la preferenza, sarà veramente eccitante vedere questi signori e signore cercare il voto di preferenza porta porta. Speriamo che non ci tolgano questa piacere modificando anche questa legge elettorale. Modena, se non vado errato, esprime al centro destra due consiglieri regionali. Salvo imprevisti dell’ultima, sarà bello vedere chi vince fra Aimi e Leoni.
Uno dei cavalli di battaglia della Lega in questa tornata elettorale è stato il tema della sicurezza. Non è da oggi che questo problema si ripercuote sul cittadino: la micro criminalità colpisce ormai da tutte le parti, dalla città al piccolo paese, basta sfogliare un qualsiasi giornale, non viene risparmiato nessuno. Ora, è di questi giorni la notizia che una nomade ha cercato di rapire un neonato. Ringraziando il cielo il tentativo non è andato a buon fine: quattro sonori ceffoni da parte del nonno prontamente intervenuto e relativo arresto della nomade. Successivamente la popolazione esasperata è insorta. Sono volate quettro molotof nei campi nomadi precedentemente sgombrati dai suoi abitanti.
Ora, lungi da me l’ approvare un comportamento da linciaggio e di fare di tutta l’erba un fascio, ma mi chiedo se dobbiamo arrivare a questi livelli. La gente pretende di vivere più tranquillamente e non sempre con la paura di essere aggredita o di tornare a casa e trovarla svaligiata. Sono sicuro che nei pressi dei campi nomadi dove sono volate le molotov la percentuale di furti e accattonaggio è diminuita sensibilmente. Questo purtroppo però è servito solo a spostare il problema in un altro luogo. Ora, non ci vuole un genio per capire che se questa gente, i cosiddetti Rom, non lavorano e non hanno un reddito, non possono vivere onestamente. Mi va bene che vengano esentati da tasse, luce, acqua, e che ricevano un sussidio dal Comune, ma ciò non spiega come si possano permettere roulotte super accessoriate o macchine di grossa cilindrata. So che esiste una teoria di pensiero, prevalentemente di sinistra, che porta a tollerare, anzi incentivare, l’integrazione che però è a senso unico.
Se questi signori hanno gli occhi coperti, abbiano almeno il pudore di non raccontarci di persone con cultura e modi di vivere diversi. Su, via, stiamo parlando di gente che nella stragrande maggioranza non ha mai timbrato un cartellino, neanche per “rubare”, e ha fatto dell’assistenzialismo la sua unica fonte, oltre a quello del furto, di sostentamento quotidiano. Ritornando ai loro “supporters” è utile ricordare a chi legge che per questi personaggi non esiste la proprietà privata. Va da sè che se tu tieni i ricordi di famiglia in casa, per lo zingaro che te li ruba, non “è reato”. Prima che i cittadini debbano farsi giustizia da soli, si lasci la possibilità allo Stato di risolvere il problema in modo efficace, per risparmiare ulteriori problemi.
Per finire ci si è messa anche la Spagna che è governata da un esecutivo di sinistra, una signora vice premier di Zapatero tal Maria Teresa De la Vega si è intromessa dicendo che bisogna respingere “razzismo e xenofobia”...
Se c’è un paese dove le sopra due citate parole non esistono è proprio l’Italia anzi è vero il contrario chi viene da noi, come precedentemente detto ha un discreto trattamento per non fare niente, ma se la signora De La Vega ci tiene proprio così tanto a questi Rom, perché non se ne porta qualcuno nel giardino di casa sua o nelle immediate vicinanze; sono sicuro che avrà molti ringraziamenti da quelle famiglie Italiane che se li vedono portare via.
Non sono sicuro che avrà lo stesso ringraziamento dai suoi vicini di casa...
Ma l’intervento della signora ha innescato addirittura una sezione speciale del Parlamento Europeo che si è subito riunito in seduta per analizzare la “preoccupante” situazione venutasi a creare nel nostro paese e per garantire la massima sicurezza a questi poveri rom (nel frattempo venivano fermati due rom mentre tentavano di rapire un bambino di tre anni a Catania). Ora visto che non ci sono stati né morti né feriti, mi chiedo se l’Unione Europea non farebbe meglio ad interessarsi a ben altre situazioni, mi riferisco a Cina e Zimbabwe. In Cina si calpestano i più elementari diritti umani, si occupa militarmente un paese, si impedisce alla stampa mondiale di documentare quanto accade, ma non si interviene... Ma che strano, non sarà perché ci sono troppi interessi economici in gioco.
Zimbabwe, quando si chiamava Rodhesia era uno stato dove non si moriva di fame; grande esportatore agricolo era una piccola oasi di benessere in mezzo ad altri stati dove si faceva la fame. Aveva solo una pecca, era governato da una minoranza bianca, ultimo residuo del colonialismo europeo. Ottenuta l’indipendenza, questa nazione è consegnata nelle mani di tal Mugabe eroe dell’indipendenza, il quale in pochi anni porta lo stato alla bancarotta, espropria i coloni bianchi, in barba agli accordi presi in fase di transizione, distrugge l’economia agricola del paese il quale è ora costretto ad acquistare i generi di prima necessità dai paesi limitrofi che in alcuni casi, ironia della sorte, hanno offerto delle terre proprio ai coloni provenienti dallo Zimbabwe. Ora Mugabe è stato costretto a concedere le elezioni che, anche con i brogli da lui fatti non è riuscito a vincere, ma lui non se ne vuole andare. Ora mi sembra che questi due esempi possono bastare se il nostro Parlamento Europeo volesse cercare di risolvere dei problemi ben più gravi.
Apriamo una breve parentesi su un altro delicato argomento: gli incidenti sul lavoro. Mi chiedo, riferendomi al grave incidente di Torino per citarne uno, se all’interno della fabbrica non era presente una delegazione sindacale e se non fosse stato il caso d’informare gli organi competenti sulla pericolosità dell’impianto. Tale problema si riallaccia ad un più ampio discorso di prevenzione degli incidenti, nel quale gli ispettori dovrebbero fare rispettare le norme di sicurezza. Quante visite svolgono in un giorno? Siamo sicuri che i lavoratori assunti con determinate mansioni e in fase precaria non vengano adibiti ad altre mansioni oltre a quelle di loro competenza e che per paura di essere lasciati a casa si debbano adattare? Siamo sicuri che poi questa legge Biagi sia ben fatta o abbia bisogno di una revisione?
Un piccolo accenno a Napoli. Era proprio necessario arrivare a quei livelli? Secondo me no; credo, anzi sono più che convinto, che l’opposizione all’attuale amministrazione di sinistra sapesse che si stava arrivando al collasso, ma che per motivi elettorali si sia ben guardata dall’intervenire pesantemente e preventivamente per fermare una sciagura annunciata che non colpisce solo Napoli e i napoletani, ma unisce tutta l’Italia nella vergogna delle immagini che vengono trasmesse all’estero. Come sono lontani i tempi in cui l’opposizione comunista e democristiana accusavano l’amministrazione di Lauro di assumere nuovi spazzini per avere i voti. Sì, però “O’ Comandante” teneva la città pulita !
Per finire parliamo di un anniversario: i cento anni della nascita di Giovanni Guareschi, Giovannino per i suoi affezionati lettori. Guareschi fu contemporaneamente scrittore, vignettista satirico e sceneggiatore. Fondò giornali tra cui il Candido con il quale partecipò nel ‘46 alla campagna elettorale sul referendum istituzionale monarchia o repubblica, schierandosi con la prima. E non poteva essere diversamente visto che lui nel ‘43 aveva rifiutato di aderire alla RSI rimanendo fedele al giuramento fatto al Re.
Per questo motivo fu deportato prima in Germania poi in Polonia. Rinunciando alle promesse di vita migliore rispondeva sempre di no ai tentativi di farlo aderire alle forze dell’Asse, e rincuorava i compagni nel tener duro. Poi schierò il Candido, grande giornale di satira politica, con la DC nelle elezioni del ‘48 contribuendo anche con le sue vignette e i suoi slogan alla vittoria sul Fronte Popolare. Fu il creatore di quella fantastica coppia di personaggi che furono Don Camillo e Peppone: due personaggi che solo lui poteva inventare fornendoci uno spaccato di vita delle nostre comunità che purtroppo non esistono più. Ha venduto 20.000.000 di libri e continua a vendere. I film di Don Camillo e Peppone vengono passati in televisione o venduti nelle videoteche e nelle edicole. Mica male per una persona che quando morì nel ‘58, venne definito dall’Unità uno scrittore “mai nato”. Era un gran rompi scatole. Si fece dodici mesi di galera, con una sentenza a dir poco fantasiosa, per avere offeso l’allora capo del governo De Gasperi che, poco incline allo spirito cristiano, glieli fece fare tutti.
Appena uscito di galera, minato nel fisico ma non nello spirito, fece una vignetta in cui si ritraeva con la bandiera sabauda e il simbolo del PNM con la scritta: “Dodici mesi e passa di galera non m’ hanno fatto scordar la mia bandiera!”. Raro esempio di coerenza, cosa oggi molto rara, vedendo i salti mortali di certi politici che pur di avere una sedia cambiano casacca giorno per giorno. Splendidi trapezisti politici, ma nani e clowns dal punto di vista della morale e della dignità. Un certo Giovannino si sarebbe divertito molto a prenderli in giro se fosse ancora vivo.
Concludo come al solito, attendiamo uno Zar che ci liberi da tutto questo.