Le Consigliere di Parità Regionali in collaborazione con le Consigliere di parità provinciali hanno promosso un seminario il 06 novembre 2006 sul Programma-obiettivo del 2006 “Per la promozione della presenza femminile nei livelli, nei ruoli e nelle posizioni di responsabilità all’interno di organizzazioni, per il consolidamento delle imprese femminili, per la creazione di progetti integrati di rete”.
Ai lavori erano presenti con interventi Rinaldi Rosa, Sottosegretaria di Stato del Ministero del Lavoro e della Previdenza sociale, Gallini Raffaella, Vice Presidente Comitato nazionale di parità del Ministero del lavoro e dot.ssa Morena Diazzi, Direttore generale attività produttive, commercio e turismo della Regione Emilia-Romagna.
Si tratta di azioni positive che hanno l’obiettivo di promuovere la presenza delle donne nei ruoli di vertice, di modificare l’organizzazione del lavoro in un’ottica di parità e pari opportunità, di stabilizzare la posizione delle lavoratrici atipiche, di agevolare il reinserimento di donne con qualifiche medio-basse uscite dal mercato del lavoro a seguito di maternità, di consolidare imprese con titolarità e/o prevalenza femminile e di promuovere la qualità della vita personale e professionale in un ottica di pari opportunità con azioni di sistema integrate.
Merita citare il provvedimento del 30 Maggio 2006 del Ministro del Lavoro Damiano “Programma-obiettivo per la promozione della presenza femminile nei livelli, nei ruoli e nelle posizioni di responsabilità all’interno delle organizzazioni, per il consolidamento di imprese femminili, per la creazione di progetti integrati in rete”, in cui il Comitato nazionale di parità e di pari opportunità ha formulato azioni positive per promuovere e sostenere iniziative a favore di imprenditrici anche attraverso sperimentazioni di buone prassi e realizzazione di specifici percorsi formativi.
A tal proposito, riteniamo opportuno segnalare alcuni temi proposti dalla dott.ssa Morena Diazzi, in occasione di tale convegno.
“-Il tasso di imprenditorialità femminile nazionale cresce e arriva a rappresentare il 24% (+1,5% nel primo semestre 2006) anche se resta inferiore al tasso Europeo;
-cresce parallelamente la strutturazione delle imprese (+0,9% le S.p.A. e le s.r.l., in calo dell’1% le ditte individuali e società di persone) e la conquista di settori più tradizionalmente considerati maschili (costruzioni, trasporti, informatica, ricerca, intermediazione finanziaria e TLC);
-cresce la prevalenza femminile nelle compagini d’impresa ed in particolare si assiste ad un ingresso consistente delle straniere;
- la presenza femminile è ampia anche nelle Professioni regolamentate (35% iscritte agli ordini) e in quello che in Emilia Romagna chiamiamo un nuovo professionismo (lavoro no standard 42,7% iscritte la fondo separato INPS ).
Qualche elemento nel contesto regionale
Il tasso di imprenditorialità è pari al 20,7%, inferiore al nazionale perché diffusa è in Regione l’occupazione femminile (tasso occupazione femminile 60% contro il 45% nazionale e il 55,7% dell’Europa a 25), ma cresciuto dal 2003 del 3,2%.
-Crescita nei settori non tradizionali dal 2003 al 2005 + 16% nella pesca e servizi connessi; + 25% nelle costruzioni, + 24,5 in trasporto, TLC, magazzinaggio, 16% Attività immobiliari, ricerca ed informatica.
- Fascia d’età più consistente delle imprenditrici fra i 30 e i 49 (52%) se aggiungiamo la classe da 50 a 69 anni (35%) raggiungiamo la quasi totalità.
-Confermate anche in regione i dati di femminilizzazione delle professioni regolamentate e non.
Tra gli Interventi a supporto della imprenditoria femminile dal 2001-2006 in Emilia-Romagna si segnala la promozione di 3 programmi:
- Primo Programma (anni 2001-2003): risorse 424.527,57 di cui 212.263 di risorse regionali;
- Secondo Programma (anni 2003-2006): risorse 374.598,60 di cui 187.299,30 di risorse regionali;
- Terzo Programma (di prossima attivazione, anni 2006-2007): risorse 369.665,80 di cui 184832 di risorse regionali.
I programmi hanno promosso il sito dedicato all’imprenditoria femminile, l’istituzione tavolo tecnico (Composto da Associazioni di rappresentanza, esperte, università, Province, servizio Pari Opportunità) che ha elaborato proposte per piano triennale divenute poi nello stesso priorità; eventi sull’imprenditoria femminile e sul lavoro autonomo delle donne; servizio permanente di auditing dei fabbisogni imprenditoria femminile e informazione sulle opportunità di incentivi (attivo il lunedì, il mercoledì); analisi studi e statistiche di genere; istituzione di un tavolo Interassessorile composto da: Assessorato al Welfare, Assessorato regionale alla Formazione e Pari Opportunità, Assessorato Attività produttive (delibera di giunta 158/2005) per attuare l’integrazione delle politiche a supporto dell’imprenditorialità femminile come da indicazioni delle elaborazioni del Tavolo Tecnico dell’imprenditoria femminile.
Il terzo programma in via d’attuazione per l’imprenditoria femminile (2006-2007) vede come ambiti principali d’intervento il credito, l’innovazione, la costruzione di Network.
Altri interventi:
1) Legge 20 – per l’Artigianato (Delibera di Giunta n. 680 del 17 maggio 2006):
2) Legge Regionale n. 6 del 06 giugno 2006 sulla Cooperazione
Sulla base di quanto emerso, emergono varie riflessioni, tra cui
- le donne sono una risorsa strutturale dell’economia del paese e della nostra regione; forte è il loro contributo/vocazione nella costruzione di equilibrio (sostenibilità delle intraprese) e coesione sociale (collegamento e attenzione alle specificità dei territori);
- il rapporto fra Imprese e popolazione in Regione è di 1 a 10; il rapporto fra imprese femminili e popolazione è di 1 a 50 e se rapportato alla popolazione femminile è di 1 a 25;
- il loro ingresso da protagoniste nell’economia va accompagnato, stimolato, supportato superando anche una visione basata esclusivamente sul rischio di esclusione sociale;
- gli interventi vanno pensati guardando alla globalità delle dimensioni su cui le donne quotidianamente si spendono: personale, professionale e sociale;
- Reale è la permanenza di una disparità d’accesso alle risorse e alle opportunità.
Il non equilibrato accesso alle risorse si riscontra in:
-Accesso ai servizi: sia di supporto alle imprese per la nascita, sviluppo, e consolidamento (sportelli dedicati, incubatori, centri per l’innovazione, internazionalizzazione ecc.) sia quelli di supporto alla formazione manageriale imprenditoriale e tecnica, sia quelli relativi alla copertura dei fabbisogni di flessibilità collegati ai ruoli di cura;
-Accesso alla conoscenza: limitata anche se in crescita la presenza delle donne nelle facoltà tecnico-scientifiche, e molto limitata la presenza femminile nelle carriere scientifiche, nonché nei luoghi di produzione della ricerca scientifica ed industriale;
-Accesso ai Networks: scarsa l’attenzione prima e la partecipazione dopo alle reti come strumento di competizione anche internazionale, di accesso all’innovazione, e all’acquisizione di conoscenze specialistiche (risorse professionali e logistiche);
-Accesso al Credito: permanenza di criteri discriminatori d’accesso appesantiti anche dalle nuove regole (Basilea 2) che penalizzano la piccola dimensione.
Pertanto, si propongono alcune macro linee di intervento:
1) Accompagnare la nascita, la crescita e lo sviluppo dell’imprenditoria femminile, in nicchie specializzate, innovative seguendo anche le tendenze in atto, facilitandone l’accesso alla conoscenza, alle reti e all’innovazione anche attraverso accordi specifici ad esempio con la rete dei laboratori per la ricerca diffusi in regione;
2) qualificare l’imprenditoria femminile di servizio e produzione che mantiene una prevalente vocazione al mercato locale nonché ai saperi più tradizionali femminili (arte, cultura, servizi alla persona ecc.) riconoscendole la vitale funzione di aumentare l’attrattività dei territori, ma spingendola verso una maggiore integrazione delle offerte, l’innovazione organizzativa delle strutture (reti), il potenziamento dell’utilizzo delle nuove tecnologie nella produzione di beni materiali e immateriali nonché, il collegamento con le potenzialità offerte dalle piattaforme tecnologiche regionali al fine anche di superare il “digital divide”;
3) accompagnare l’emersione delle competenze professionali femminili presenti sul territorio (negli ordini, nelle luoghi informali del lavoro autonomo, nei luoghi di produzione del sapere e della conoscenza) e l’organizzazione di queste in un sistema di offerta innovativa di saperi e servizi al fine di giocare un ruolo da protagoniste nella società della conoscenza anche in termini di offerta integrata di servizi innovativi per il sistema produttivo.
Quali Strumenti possibili ?
- Nuova Programmazione Fondi Strutturali 2007-2013
- Regionalizzazione Legge 215/92
- Nuovo Programma Imprenditoria Femminile 2006 per quel che riguarda gli ambiti innovazione, credito e reti.
- Mainstreaming di genere (come già avvenuto per Legge 20 e Legge 6 della Cooperazione): declinazione nelle misure d’intervento previste di criteri di particolare favore per le imprese femminili
A conclusione si rammenta che essendo il 2007 – Anno Europeo per le Pari Opportunità- occorre promuovere azioni e riflessioni che, a partire da un concetto di “lotta a qualsiasi forma di discriminazione”, si inseriscano in ambiti non solo di disagio sociale, ma che aggrediscano con forza gli ostacoli alla presenza delle donne nell’economia, nel lavoro e nei luoghi decisionali, anche in considerazione del fatto che la nostra regione presenta tassi di occupazione, di imprenditorialità e di copertura dei servizi di cura allineati agli standard europei”.
Le Consigliere di Parità (D.M. 20-03-2006 G.U. n.76 del 31-03-2006)
Provincia di Modena
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