Sul sofà di Chicca c'è:
Cristiana Falcone Sorrell
(PPD 2017)

di Cristina Bicciocchi
foto di Alessandra Amigoni e Francesca Pradella

GIUSEPPINA VERSACE

È leader mondiale nel settore dei media, degli affari e dello sviluppo sociale. Ha iniziato la sua carriera lavorando in radio e in televisione occupandosi di affari esteri, di conflitti e crisi umanitarie. Laureata presso l’Università La Sapienza di Roma in Scienze Politiche, ha conseguito un Master in Assistenza Umanitaria presso la Scuola Fletcher di Legge e Diplomazia a Boston. Ha ottenuto un Master in Studi Diplomatici presso la Società Italiana per le Organizzazioni Internazionali e ha anche diversi certificati post-laurea in Leadership, Change Management, strategia aziendale e gestione aziendale. Negli ultimi quindici anni si è specializzata come consulente strategica, investitrice e filantropa e ha acquisito conoscenze su temi relativi alle multinazionali, alle organizzazioni internazionali e ai media. Ha anche svolto il ruolo di consulente per società e organizzazioni internazionali come IADB, FAO, RAI, Gruppo Espresso, World Economic Forum e Univision, solo per citarne alcune. Ha grande esperienza nel concepire e fornire servizi con ottimi risultati, grazie alla sua visione innovativa. È stata Consigliere Senior del Presidente e fondatore del “Forum Economico Mondiale sulle Nuove Iniziative e Progetti Speciali”. Ha aderito al Forum nel 2004 e ha guidato il reparto Media, Intrattenimento e Informazione.
È membro del Consiglio d’Amministrazione di Viacom e di Revlon e detiene ruoli di leadership in importanti organizzazioni internazionali.
Investe in start up femminili. Come AD della Fondazione Sorrell, promuove iniziative sulla salute, l’educazione e la lotta alla povertà a livello mondiale.
È stata una delle quattro professioniste leader apparse sulla rivista “Time for Women” di Bazar Dolce & Gabbana, ed è stata co-organizzatrice della Conferenza londinese “Women in the World” nel 2015. Attualmente è Principal Adviser del World Economic Forum.
Buongiorno dr.ssa Falcone siamo onorati della Sua partecipazione al trentennale di Profilo Donna e della Sua disponibilità ad essere relatrice nel seminario di formazione del mattino che si svolgerà nell’Aula Magna di Palazzo Ducale di Modena, prestigiosa sede dell’Accademia Militare in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia Romagna. Quale sarà il tema che tratterà in questa occasione?
Vorrei parlare di etica e impresa.

Tornare a Modena sarà una bella occasione per Lei e suo marito Martin Sorrell di visitare il nostro territorio e le sue eccellenze e di rincontrarVi con Ivana D’Imporzano, sorella di latte della sua mamma Anna Beverini.
Vi ringrazio ancora per averci regalato quel momento magico dove credo mia nonna ci guardasse orgogliosa dall‘alto...Congratulazioni per aver raggiunto un traguardo importante sopratutto in questo periodo 30 anni di vera informazione e azione visionaria vanno festeggiati e celebrati.

Riprendendo il tema della leadership femminile, ricordiamo che è stato approfondito anche a Davos lo scorso anno nell’appuntamento annuale del Wordl Economic Forum. Qual è la posizione dell’Italia rispetto alle tematiche di genere e quali sono secondo i dati del WEF i Paesi più avanzati in fatto di pari opportunità e di empowerment?
L’Italia nell’ultimo rapporto del Foro Economic Mondiale sulle tematiche di genere che analizza le differenze tra uomini e donne nei settori: politica, sanità, economia e educazione ha mostrato un leggero miglioramento nella classifica globale dal punto di vista economico, miglioramento dovuto principalmente ad un aumento della forza lavoro femminile. Nonostante ciò,  in fatto di parità di genere resta a gli ultimi posti in classifica in Europa Occidentale seguita solo dalla Grecia, Cipro e Malta. I risultati dell’Italia nei quattro settori sono in chiaro contrasto con  quello dei Paesi Nordici che continuano a dare l’esempio a livello non solo europeo ma mondiale.
Un trend degno di nota  arriva dalla Germania , dall’India e dagli Stati Uniti questi tre Paesi sono leader nel settore dell intelligenza artificiale area in cui  l’Italia  ha uno dei divari maggiori tra forza lavoro femminile e maschile.
Considerando i retaggi storici e i problemi sistemici presenti nei settori più tradizionali dell’economia e nelle istituzioni politiche, investire in tecnologia e intelligenza artificiale al femminile (educazione formazione ricerca) potrebbe rivelarsi una maniera efficace ed efficiente per scalare le classifiche facendo quello che gli inglesi definiscono leap frogging... letteralmente il salto della rana, ovvero una strategia per arrivare alla meta velocemente saltando alcune tappe e come sappiamo la rapidità dei cambiamenti creati dalla tecnologia potrebbe costituire quella marcia in più.

Ci racconti quanto ha influito sulla sua educazione e sulle sue scelte di vita il rapporto con i suoi genitori Anna e Antonio che l’hanno fatta viaggiare tanto fin da piccola.
I miei genitori erano molto moderni rispetto ai genitori della maggior parte dei miei amici e devo dire di molte persone che conosco anche oggi. Sopratutto mia madre, ha ereditato dal padre la convinzione che quello che si impara attraverso i viaggi e l’educazione rappresenti un patrimonio intangibile di cui nessuno e nessuna circostanza ci potrà mai deprivare. Lei stessa a sedici anni fu mandata a studiare a Chicago. E credo che sia così.
La possibilità di viaggiare e vivere in Paesi e culture diverse è un dono importante. Accompagnare mio padre nei suoi viaggi di lavoro, non dunque vacanze, è stato un modo molto efficace e privilegiato di imparare materie come la geografia, la geopolitica, l’economia e mi ha dato la possibilità di osservare quello che succedeva al di fuori dei confini del nostro Paese in materia di innovazione tecnologica, impresa, etica del lavoro, problematiche sociali, così come mi ha aiutato a capire l’essenza che ci rende tutti uguali, tutti essere umani che condividono un bellissimo raffinatissimo complesso ecosistema.

Ricordiamo che la sua esperienza di leader e consulente strategica nasce anche dall’essere membro di consigli d’amministrazione corporativi e non for profit...
Fino a poco tempo fa, preferendo condurre dal centro un po’ nascosta, diffidavo di chi si definiva leader sopratutto considerato il vuoto d’integrità e umanità che stiamo sperimentando. Credo pero’ che a 46 anni sia arrivato il momento di cominciare ad ammettere che con circa venti anni (ho iniziato a lavorare a 18) di esperienze a tutti i livelli, in settori molto diversi di scala globale non possa ignorare le mie responsabilità devo aprire piu’ porte per chi verrà dopo di me... a volte portoni, fare il primo passo verso nuove direzioni  dove pochi osano andare e se necessario anche arrabbiarmi e dire NO pubblicamente a situazioni ingiuste o modi di pensare arcaici. Mia figlia è nella fase NO...guardando lei  sto riscoprendo cosa vuol dire essere un natural born leader....Così con gli anni ho imparato ad esprimere educatamente ma assertivamente la mia opinione ed ad avere il coraggio di suggerire iniziative idee e soluzioni diverse da quelle presentate dai colleghi. Rischi calcolati e sempre avendo ben presente le responsabilità verso azionisti, clienti e tutte le altre parti (impiegati, società, ambiente). Concetti pensati indipendentemente con la mia testa senza cedere alle pressioni esterne anche mediatiche o ad interessi personali. Credo che sia l’unico modo per fare il consigliere.

Quali sono le nuove iniziative a livello professionale che ha in cantiere?
A livello intellettuale vorrei fare un Dottorato in etica vs morale corporativa, a livello lavorativo ho un paio di proposte che sto considerando e la decisione finale dipenderà dalle persone con le quali dovrò lavorare e i loro valori. Ovvero non ho più voglia di facilitare le scalate di un singolo o di una singola impresa, vorrei contribuire a progetti che facilitino il progresso dell’umanità e questo non vuol dire gestire iniziative importanti ma piuttosto aiutare a promuovere idee e progetti che garantiscano un futuro sostenibile e una società più equa ed inclusiva.

Oltre al lavoro, sappiamo che si dedica con passione anche ad attività di solidarietà e impegno sociale. In veste di AD della Fondazione Sorrell, ha sostenuto assieme a Donne del 2000, il progetto “L’Arte non trema” dedicato alla scuole terremotate di Cavezzo, ma soprattutto sostiene e promuove iniziative sulla salute, l’educazione e la lotta per la povertà a livello mondiale. Qual è la priorità per l’anno 2019?
I pilastri della fondazione restano costanti nel tempo e cerchiamo sempre di sostenere persone e organizzazioni che prendono dei rischi, sono veramente interessate a chi ha bisogno e hanno storie umane che dimostrano che il cambiamento è possibile più che numeri.
Per quanto riguarda i miei desideri per il 2019 vorrei piantare un piccolo seme per fare in modo che a breve termine non sia più ammissibile per chi ha un MBA o una specializzazione in corporate law non sapere cosa sia l’etica.
Sul palco di Profilo Donna nel 2017 durante la sua premiazione, ha auspicato a sua figlia (la piccola Bianca di 3 anni ndr.) ma anche per tutte le donne e gli uomini italiani, che si riesca insieme a ri-creare la cultura del rispetto e della fiducia.
La cooperazione unita alla stima e alla fiducia in sè stessi e negli altri, può cambiare tante cose...
Io sono convinta che quella che ho definito the economy of trust l’economia della fiducia sia importante prendendo ispirazione da un concetto di Stigliz a tutti i livelli. Anche per un o una leader d’ impresa che oggi ha come ruolo quello di  mediare la fiducia all interno del business con i sui collaboratori e fornitori e all’esterno con clienti azionisti, i media e la società in generale. Pensiamo alla questione della cyber security, a tecnologie come la block chain, ai problemi di reputazione che sono costati milioni di dollari....non mi sembra ci voglia una laurea in astrofisica, “trust” è la parola chiave. Quello che ci vuole però è maturità, integrità, rispetto e dal punto di vista operativo regole chiare, trasparenza, velocità e consistenza.

 
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