Le strisce siamo noi


Charles M.Schulz nelle sue strisce a fumetti è riuscito con straordinari personaggi-bambini a catalogare le maggiori caratteristiche e personalità dell’essere umano con grande spontaneità e sottigliezza di particolari. Gran parte della sua vita viene raccontata nei Peanuts attraverso le somiglianze con Charlie Brown, il personaggio principale. Anche lui era timido e introverso, da bambino aveva avuto un cane e parlando della “ragazzina dai capelli rossi”, si riferiva a Donna Johnston con cui aveva avuto una relazione. Schulz le chiese di sposarlo, ma lei rifiutò. Rimasero comunque sempre amici.
Nelle sue strisce, anche gli animali come il cane Snoopy hanno un’anima e un loro modo di rapportarsi con i bimbi-umani o con altri animali della serie The Peanuts come, ad esempio, l’uccellino Woodstock che, nonostante il linguaggio diverso, è il miglior amico del famoso bracchetto.
Ancora oggi milioni di persone di tutte le età, se vogliono sorridere sfogliano un libro di Schulz o cercano online qualche vignetta storica dei più noti personaggi delle strisce: Charlie Brown, Lucy, Linus, Piperita Patty solo per citarne alcuni... e forse più o meno con consapevolezza, notano in loro caratteristiche che assomigliano a loro stessi, o a qualcun altro che conoscono, qualcuno di reale. E questo specchio buffo e intelligente dei pregi e dei difetti, delle paure e delle ingenuità di questi bimbi, sono una capacità straordinaria dell’autore di saper leggere nell’animo umano.
Charles M.Schulz ci ha lasciato un’eredità unica: la capacità di sorridere dei difetti e dei nostri limiti cogliendo la bellezza della nostre imperfezioni. Schulz ha richiesto nel suo testamento che i personaggi dei Peanuts rimanessero genuini e che non si disegnassero nuove strisce basate sulle sue creature. Fino a oggi le sue volontà sono state rispettate e le vecchie strisce continuano a essere ripubblicate su quotidiani e riviste. Il quotidiano londinese The Times, lo ha ricordato alla sua morte avvenuta il 14 febbraio del 2000, con un necrologio che terminava con la seguente frase: “Charles M.Schulz lascia una moglie, due figli, tre figlie e un piccolo bambino dalla testa rotonda con uno straordinario cane”.

 
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