di Cristina Bicciocchi
Ogni volta che leggo un libro o guardo un documentario sulle scoperte archeologiche e le civiltà antiche, sono sempre affascinata rispetto alle ipotesi e alle tesi di studiosi e ricercatori, perchè ancora aleggia il mistero su tante domande ancora senza risposte precise. È come se i ritrovamenti del passato ci dessero informazioni arcane che non riusciamo a decodificare del tutto, forse perchè ogni millennio ed ogni cultura ha avuto una storia e delle conoscenze completamente diverse rispetto a quelle che noi percepiamo e usiamo quotidianamente, ma non per questo meno elaborate nella loro specificità e architettura o sontuose nella loro realizzazione. Penso alle piramidi, alle ziggurat, agli ipogei, ai resti di civiltà perdute e agli scavi che riportano alla luce reperti straordinari che possono aiutarci a capire come si è evoluta la vita sul pianeta e le testimonianze o segnali che gli antichi volevano tramandare ai posteri. Alcuni ritrovamenti non coincidono perfettamente alle datazioni conosciute finora; oggi grazie agli esami al radiocarbonio si evince che alcuni reperti possono essere collocati in epoche diverse e questo rende ancora più intrigante lo studio di certi luoghi e monumenti... Viene spontaneo chiedersi chi ha costruito, ad esempio, il sito archeologico di Giza in Egitto, di Göbekli Tepe in Turchia, di Puma Pumku in Bolivia o di Baalbeck in Libano, chi fossero gli abitanti dell’isola di Pasqua o di Nazca in Perù, di chi fossero i teschi allungati trovati durante gli scavi un po’ in tutto il mondo, e pensare chissà quante cose nascondono ancora le sabbie del Medio Oriente, le giungle del centro America e dell’Asia o i ghiacciai dell’Antartide! La cosa straordinaria che emerge in molti casi, sono le similitudini tra i siti archeologici, anche se molto distanti geograficamente gli uni dagli altri, molti sono spesso abbinati a conoscenza architettoniche e astronomiche molto avanzate: come ad esempio il posizionamento perfetto che fa coincidere molte costruzioni con i solstizi e gli equinozi o a certe costellazioni. Evidentemente gli architetti e gli ingegneri di allora orientavano gli edifici in base alla rotazione della terra intorno al Sole e spesso sceglievano luoghi di forte magnetismo terrestre per costruire i loro templi e siti sacri. Il cielo, la conoscenza dei pianeti e delle stelle, insieme alla geometria sacra, erano in passato, un riferimento imprescindibile a cui fare riferimento. Se pensiamo a quanto oggi ci siamo allontanati dalle leggi cosmiche, forse non dovremmo rammaricarci se non riusciamo ancora a comprendere tutte le verità nascoste celate in questi straordinari ritrovamenti...Auguriamoci in futuro di trovare i tasselli mancanti del puzzle; potrebbero stupirci più di quanto non pensiamo!