Il Mak π 100, tra gli eventi che ricorrono ogni anno in Accademia Militare, è certamente quello con origini più antiche e che coinvolge più persone in assoluto. La tradizione di festeggiare il Mak π 100 nacque nel 1840 presso l’Accademia Militare di Torino quando, con apposito decreto, venne fissata in tre anni la durata dei corsi, durata che in precedenza non era ben definita, ma variava secondo circostanze di diversa natura.
Il decreto stabiliva tassativamente il periodo di svolgimento degli esami nonché definiva con certezza la data di promozione a Ufficiale. Durante la lettura del nuovo regolamento agli Allievi dell’Istituto, uno di questi, l’Allievo Emanuele Balbo Bertone di Sambuy, appresa la data di fine corso, esclamò ironicamente in dialetto piemontese, “mac pi tre anni!” (“mancano appena tre anni!”). L’esclamazione suscitò grande ilarità e venne così ripetuta periodicamente riducendo man mano il periodo che mancava alla nomina a Ufficiale. Particolari festeggiamenti venivano organizzati nelle date corrispondenti a 300, 200 e 100 giorni dalla consegna dei gradi, ma quella più attesa era la data del “mac pi cent”.
Nonostante l’alternarsi di anni di tolleranze e di divieti, la tradizione rimase radicata nello spirito goliardico degli Allievi Ufficiali, a tal punto che nel 1863 il “pi” piemontese si trasformò in “π (p greca)” e la sigla Mak π 100 fece per la prima volta la sua apparizione. Nel 1891 tale usanza si trasferì da Torino, dove se ne perse la consuetudine, all’Accademia Militare di Modena, dove si è tramandata per oltre un secolo, articolandosi nel tempo su: cerimonia militare, saggio ginnico e serata danzante nelle sale del Palazzo Ducale.
Nell’ambito dei festeggiamenti, durante la cerimonia militare che si svolge al mattino, il momento più significativo per gli Allievi è certamente quello del “Passaggio della Stecca Accademica”. Quest’ultima è la riproduzione in grande formato di un piccolo attrezzo di legno, un tempo in dotazione a ogni Allievo, che aveva una scanalatura centrale terminante con un occhiello e che serviva, ponendolo sotto i bottoni metallici della giubba, a lucidarli senza sporcarne il tessuto. Era usanza che ogni Allievo del 2° anno, al termine del periodo trascorso in Accademia, lasciasse questo strumento ad un Allievo del 1° anno.
Oggi i bottoni utilizzati non necessitano più di una periodica lucidatura, ma la “stecca” ha conservato il suo significato simbolico di ordine, di precisione e di disciplina, e tale valore viene tramandato da un Corso all’altro, di generazione in generazione. La “stecca accademica” viene consegnata, in forma solenne, nel corso della cerimonia militare dagli Allievi anziani a quelli più giovani, chiamati in gergo “cappelloni”, lasciando sulla stessa una targhetta metallica con inciso numero e nome del corso, affinché resti traccia nel tempo di questo passaggio generazionale.
La cerimonia militare, che da qualche anno ha luogo in piazza Roma alla presenza delle più alte autorità, di delegazioni straniere, di parenti ed amici degli Allievi e della comunità modenese, tradizionalmente si conclude con il “saggio ginnico”: manifestazione che ha sempre avuto una grande rilevanza, comportando un notevole impegno fisico degli Allievi. Attraverso il saggio si mostrano i risultati raggiunti dagli Allievi nell’istruzione formale e nella preparazione ginnico-sportiva, ponendo in essere tutta una gamma di esercizi e di prove di ardimento, sintesi dell’addestramento di due anni di Corso.
Oggi il saggio ginnico, svolto in forma più ridotta rispetto al passato, a causa dell’indisponibilità di spazi adeguati, vuol continuare a evidenziare che in Accademia, oltre allo studio, molte ore sono dedicate all’educazione fisica e alla pratica sportiva degli Allievi. Questa giornata che simboleggia quello che si potrebbe definire l’ultimo chilometro prima della promozione a Sottotenente, si conclude con un Ballo di Gala, in onore degli Allievi del 2° anno, svolto nei saloni di rappresentanza del Palazzo Ducale, ballo che a metà degli anni Sessanta si è trasformato nel “Gran Ballo delle Debuttanti”. All’inizio le debuttanti erano essenzialmente giovani diciottenni modenesi, ma presto la partecipazione si estese a signorine provenienti da tutta Italia.
Dal 1973 il ballo viene svolto nel Cortile d’Onore, appositamente allestito in un’atmosfera molto romantica: quaranta ragazze accompagnate da altrettanti Allievi, ogni anno fanno il loro debutto in società, al ritmo di valzer viennesi, con la preparazione curata dalla Società di Danza del maestro Fabio Mollica, e, dopo essere state presentate al Comandante dell’Accademia Militare e alla sua consorte, ricevono in omaggio un carnet personalizzato a ricordo della circostanza.
La serata prosegue, dopo un veloce aperitivo e il Gran Ballo, con la consumazione della cena accompagnata da vari interventi musicali e intrattenimenti danzanti. Infine, il suono del silenzio fuori ordinanza sancisce la fine della lunga giornata, che ha luogo dopo il fatidico taglio della torta da parte del Comandante e il brindisi finale con tutti gli intervenuti.
Quest’anno ‘Fede’ lo hanno urlato forte gli allievi del 191° corso dell’Accademia Militare di Modena, giunti al traguardo dei cento giorni dalla nomina a sottotenente. In piazza Roma i giovani militari hanno celebrato il ‘Mak Pi 100’ con il tradizionale passaggio della stecca accademica alla presenza del generale di corpo d’armata Giuseppe Valotto, capo di Stato Maggiore dell’Esercito, del comandante dell’Accademia Massimiliano Del Casale, di Giuseppe Emilio Gay, comandante per la formazione, e delle autorità. I 215 allievi ufficiali del 191/o corso, denominato ‘Fede’, hanno reso omaggio alla bandiera italiana sulle note dell’inno di Mameli, poi hanno consegnato la stecca, il simbolo della tradizione accademica, ai colleghi del 192/o corso. Ad accompagnarli, le parole del comandante Del Casale, che dopo aver salutato i militari stranieri ha augurato buona fortuna ai giovani: “Rispettate le regole - ha detto - e non smettete mai di servire l’istituzione. Solo così si può essere buoni comandanti”.
Per quanto riguarda il ballo, come sempre una serata indimenticabile per le giovani debuttanti protagoniste del gran ballo in Accademia. Sui loro abiti una piccola coccarda tricolore in omaggio ai 150 anni dell’Italia.