MILANO FOOD CITY 2019

di Rosaria Vasciaveo - foto TornaghiPhoto

Progetto Donne e Futuro ha partecipato a Milano Food City 2019 con la sua seconda edizione di “Ephemera Food: Menù and Ancient Equities. Arts and Graphics” e con l’esposizione di una selezione di 500 menù antichi provenienti da una collezione privata. L’iniziativa ha mirato a testimoniarne l’importante patrimonio storico, culturale e artistico.
I menù infatti possono avere mille finalità; possono essere legati a un evento, avere una loro  composizione artistica, un loro significato storico e, ovviamente, la declinazione degli alimenti che propongono illustra un’abitudine di vita coi riflessi del costume dell’epoca e anche sulla salute.

L’esposizione di Progetto Donne e Futuro - che ha ricevuto il Patrocinio del Comune di Milano e l’apprezzamento delle istituzioni locali per il suo valore artistico, culturale e scientifico lombardo si affianca alla serie delle iniziative aventi ad oggetto selezioni di collezioni esposte in mostra in occasione di altre due importanti occasioni.
“Women in tech” tenutasi a Villa Wolkonsky, nel-l’Ambasciata Britannica in Roma, con Jill Morris nel corso della quale si è affrontato il tema della digitalizzazione e della catalogazione informatica dei documenti storici e “Antichi menù: Food and Culture” cena con Carlo Cracco nella sede di Mediolanum, con Lea Zanoni in Milano in occasione della quale si è entrati nel merito del valore finanziario dei cataloghi e delle collezioni d’arte, anche minori, ai fini delle diversificazione e degli investimenti con finalità filantropiche.
Anche per il profilo delle iniziative imprenditoriali e commerciali a supporto e serventi al settore. Non si può dimenticare che la cultura culinaria è andata a pari passo con la storia dell’umanità, l’evoluzione e il cambiamento della nostra società. Oggi, dopo anni in cui l’attenzione per la buona cucina aveva lasciato posto a metodi standardizzati da una società industrializzata, diventa indispensabile ridefinire il concetto di tale cultura e perciò ecco l’importanza di valorizzare anche per questo aspetto quei documenti storici (i “menù antichi”) che hanno segnato la tradizione italiana nei secoli. Alla mostra, si è accompagnata una presentazione di significativo contenuto artistico-culturale sul collezionismo di documenti popolari e di importante testimonianza storica.
Spiega Marika Lion “La collezione esposta comprende solo una piccola parte dei circa 5000 testi digitalizzati e raccolti. Una parte di questo lavoro è stato affrontato a cura della pupil americana Grazia Salvemini che con il programma di tutoraggio di Progetto Donne e Futuro ha svolto un buon percorso formativo nell’ambito dell’archiviazione informatizzata anche per avvicinarsi alle lontane radici europee della sua famiglia. La collezione testimonia la storia italiana ed europea ed è importante per capire molto dell’epoca”.
Ulteriori approfondimenti sono attualmente in corso a cura di altre pupil, ancora in iter formativo, di cui racconteremo nei prossimi numeri.
“L’idea dovrebbe andare avanti e consentire anche di radunare questi magnifici menù in un catalogo, con una scelta di ricette antiche, che non esistono quasi più e stanno per essere dimenticate mentre vanno valorizzate e diffuse” commenta l’assessore regionale Me-
lania Rizzoli. La pupil Gra-
zia Salvemini, nel corso del suo intervento, si è soffermata ad esempio su un menù pubblicato in occasione della seconda esposizione internazionale dell’automobile, a Torino nel 1905: “È scritto tra l’altro in francese perché sappiamo che Torino (e tutto il Piemonte) utilizzava all’epoca fra le classi elevate e per i commerci, la lingua francese. Ed è questo infatti un pranzo per il comitato e gli espositori realizzato nel giorno di inaugurazione di questo evento. I menù venivano spesso anche legati a celebrazioni”.
Interviene l’Onorevole Cristina Rossello “L’esposizione permette uno sguardo sui linguaggi pubblicitari del secolo scorso e sull’importante promozione del prodotto italiano anticipando molto dei concetti di marketing territoriale e del made in Italy, progetti ai quali stiamo lavorando con ulteriori programmi formativi”.
Le attività svolte attualmente dalle pupil partono da un percorso di formazione a cura del Centro Studi e Ricerche R.F.O. con conoscenza delle tecniche informatiche secondo un sistema generale. Contestualmente il tutor indica loro tutti i processi necessari all’archiviazione, che costituiscono un format precostituito secondo gli standard classici dell’archiviazione.
Il primo lavoro dunque è quello di organizzare i documenti secondo un criterio preciso: divisi per provenienza, diverse tipologie, numerati e ricollocati in folder nuovi. Dopo questa ricognizione documentale le pupils iniziano ad imputare i dati dei documenti, compilando appositi campi, controllando che ogni dato sia perfettamente rintracciabile e con la corretta intestazione.
Il dato inserito racchiude riflessioni culturali e stimali significative, inducendo le pupils ad un lavoro di curiosità e approfondimento tecnico altamente formativo.
“A questo punto inizia il vero lavoro di digitalizzazione direttamente su un modello informatico realizzato ad hoc. Si procede poi a scannerizzare ogni documento e contemporaneamente a completare tutti i dati presenti nel menù riportandone dettagliatamente la descrizione delle pietanze nel loro ordine, in quanto tale procedura servirà successivamente per realizzare un sito di fruizione dei documenti con un modello virtuale, nonchè ogni dettaglio cronologico, di autori, ornamentale, di stile e di impaginazione e di ogni elemento tipografico” prosegue Filomena Canzanella, che si dedica ad un’altra profilatura di catalogazione documentale di cui racconteremo nei prossimi numeri. L’iniziativa milanese è progredita qualche mese dopo con l’esposizione di altri menù dedicati questa volta al Trentennale del Premio Internazionale Profilo Donna svoltasi nel Palazzo Ducale di Modena dell’Accademia Militare.

 
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