Progetto Donne e Futuro Sport

L’Unione bancaria: la risposta dell’Unione Europea alla crisi del sistema bancario e finanziario

Progetto Donne e Futuro nutre un grande interesse per lo sport, significativo è il suo impegno in tale ambito. Il team sportivo che collabora con Progetto donne e Futuro è composto da Evelina Cristillin, Martina Perruchon, Antonella Carbone, Lucio Colantuoni, Sabrina Dusi e Giulia Budrago.

Madrina e Pupil
Evelina Christillin e Martina Perruchon
Evelina Christillin

Dopo una laurea in Storia e Demografia Storica, insegna alla cattedra di Storia Moderna presso l’Università di Torino, con la quale tuttora collabora. Pubblica diversi libri e saggi e dal 1978 al 1985 si occupa dell’ufficio stampa Fiat. Tra il 1996 e il 1997 è nel Comitato Scientifico per i cento anni della Juventus. Dal 2000 al 2007 è Vice Presidente Vicario del TOROC e dal 2001 al 2005 fa parte della Giunta Nazionale del CONI, eletta in qualità di dirigente sportivo con delega speciale alle Olimpiadi del 2006. È Presidente del comitato promotore che ha ottenuto la candidatura di Torino alle Olimpiadi del 2006. Innumerevoli sono le cariche che ha ricoperto, tra cui Presidente della Filarmonica ‘900, del Teatro Regio di Torino; della Fondazione delle Antichità Egizie, Presidente Onorario dell’Associazione “Le Terre dei Savoia”; dal 2008 fa parte del Comitato Tecnico “Progetto Speciale Expo 2015” di Confindustria; dal 2009 è Presidente dell’Agis Unione Interregionale Piemonte e Valle d’Aosta e dal 2010 è Presidente Nazionale dell’Anesv – Agis. Evelina Christillin, è senza dubbio, una delle madrine più rappresentative di Progetto Donne e Futuro. Martina Perrucchon è il giovane talento sportivo che le è stato assegnato e che da tempo segue coltivando un rapporto di amicizia profonda e di piena disponibilità.

Martina Perruchon
Nata il 12 aprile 1996 ad Aosta. È una delle pupils selezionate, per il suo grande talento sportivo da Progetto Donne e Futuro.
Ha una grande passione per lo sci, che si è manifestata sin dalla tenera età. Da sempre si è impegnata in questo sport ottenendo ottimi risultati, come dimostrato dalle numerose medaglie d’oro vinte. Tra le quali possono ricordarsi quelle più importanti del 2012: il 1° posto nel gigante di Courmayeur nel 2012- fis junior regionale, il 1° posto nello slalom di Courmayeur del 2012-fis junior regionale, il 2° posto nel gigante di Sestriere – fis junior regionale.
Negli anni seguenti Martina, nonostante abbia dovuto affrontare un periodo difficile a causa della precarietà di un dialogo che mediasse tra le esigenze della famiglia, della scuola e dello sport. è stata in grado di risollevarsi brillantemente, grazie, al suo carattere tenace. In questi anni, infatti, Martina continua ad esprimersi, con la sua sciata veloce e pulita, ad alti livelli e con ottimi risultati.


Antonella Carbone
Avvocato, membro di Fidapa e Presidente dell’Associazione Alumni Diritto Sport che seleziona le giovani meritevoli nei settori di eccellenza di diritto sportivo e giustizia sportiva. Da anni collabora con l’Associazione Progetto Donne e Futuro per l’approfondimento dei temi relativi alla tutela della donna contro i fenomeni di violenza e di discriminazione in ambito sportivo. In occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, FIDAPA , il 24 novembre 2014, ha organizzato un interessante evento sul tema dal titolo “Insieme per vincere, lo sport contro la violenza”, a cui Progetto Donne e Futuro è stato invitato a partecipare. Si è trattato di un interessante occasione di dialogo e di scambio di proficue idee sul tema che hanno messo in luce come un nostro minimo impegno possa costituire un grande aiuto per contrastare i fenomeni di violenza contro le donne.

Lucio Colantuoni
Avvocato e docente incaricato del corso Diritto sportivo e contratti sportivi presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Milano, direttore scientifico e didattico del corso di perfezionamento in diritto sportivo e giustizia sportiva presso la medesima Università. È direttore del Centro Studi diritto Sport con sede in Milano. Membro della Commissione Disciplinare Nazionale della FIGC. Presidente della Lega Nazionale Pallanuoto Serie A1. Collabora con Progetto Donne e Futuro da lungo tempo. Ha partecipato come relatore tecnico a numerosi eventi organizzati da Progetto Donne e Futuro, apportando un significativo approfondimento della disciplina legislativa in materia sportiva. Rappresenta uno dei migliori esponenti dell’expertise tecnico vantato dalla nostra Associazione.

Sabrina Dusi
È un’altra ragazza premiata da Progetto Donne e Futuro. Nata nel 1983, si è laureata in Giurisprudenza nel 2010 presso l’Università degli Studi di Milano, con tesi dal titolo “Il diritto d’immagine nello sport. Aspetti contrattuali; analisi del fenomeno in ambito calcistico e raffronto con altre discipline sportive”. Ha collaborato con società sportive di calcio italiane di Serie A, B, Lega Pro, con società di Pallavolo di livello nazionale. Iscritta all’Albo degli Avvocati del Foro di Crema dal 2011, ha frequentato nello stesso anno il Corso di Perfezionamento in Diritto Sportivo e Giustizia Sportiva presso l’Università degli Studi di Milano. Oggi svolge con successo l’attività di avvocato, mantenendosi sempre aggiornata sul tema della legislazione sportiva.

Le pari opportunità, ancora troppo sconosciute, nello sport
Dottoressa Sabrina Dusi

Un uomo ed una donna, medesime capacità e competenze, verrebbe da pensare anche medesimo trattamento, medesime opportunità, medesimo stipendio ed invece non è così; viviamo in una società in cui è indiscussa la grande disparità tra uomo e donna e tale discrepanza è oggi ancora più evidente nel mondo dello sport, il settore per antonomasia meno paritario a livello globale.
La storia dello sport, caratterizzata dalla netta predominanza maschile è segnata da profonde differenze di genere; è un dato di fatto che gli uomini praticano sport in misura maggiore rispetto alle donne e forse anche per tale motivo le discipline maschili ad oggi risultano essere maggiormente rilevanti sia a livello economico che a livello culturale.
L’organizzazione sociale dello sport ha fornito infatti sin dalle origini, mediante le sue immagini, un meccanismo atto a mantenere ed a legittimare nella società una particolare organizzazione fra i sessi, tendendo così a rafforzare la stratificazione sociale basata sul genere; se per il maschio, lo sport resta un rito di passaggio quasi obbligato, per la donna l’attività fisica è un vero e proprio nemico della femminilità, uno stereotipo negativo volto a mascolinizzare l’aspetto delle praticanti e quindi elemento volto ad intaccare il giusto rapporto tra i sessi.
E’ innegabile che vi siano barriere culturali che impediscono quasi radicalmente il coinvolgimento delle donne non solo come atlete ma anche per quanto attiene i ruoli, le posizioni di rilievo nel lavoro o meglio nelle Federazioni, nelle società sportive.
Se la qualità di una società si misura dalla parità di diritti garantiti a tutte le persone, è evidente che in tale ambito vi sia ancora molta strada da percorrere; pur essendo innegabile che sin dai primi anni 80 la partecipazione delle donne nell’ambito sportivo ha avuto un deciso e spiccato aumento, se si entra nel merito dei numeri,di certo non può sfuggire che purtroppo la componente femminile vede il tracollo della propria attività sportiva tra i 25 ed i 50 anni ma soprattutto che oggi giorno esistono ancora delle discipline prettamente maschili.
Le motivazioni legate a questi dati sono sicuramente molteplici ma tra tutte quella maggiormente plausibile è che per la donna è difficile riuscire a conciliare tempi di lavoro, ruoli ed esigenze personali con la pratica sportiva e tale difficoltà avvantaggia sicuramente la posizione maschile, che oggi giorno si trova sempre più spesso ad occupare quasi per la totalità le posizioni di maggiore prestigio.
Le donne sono presenti solo in minima parte e molto spesso sono sottorappresentate, sia come atlete che come lavoratrici, fortemente discriminate sia a livello contrattuale che economico e con minime tutele in generale.
Tale situazione non viene resa agevole nemmeno dai media e dalla società in cui viviamo, che ogni giorno, propinano costantemente immagini strumentalizzate; soprattutto per quanto attiene l’ambito sportivo, la quasi totalità delle immagini delle atlete donne che ci vengono proposte dai media si legano esclusivamente al loro aspetto esteriore, alla loro bellezza, eleganza, sensualità o alle loro storie d’amore con atleti altrettanto famosi, eppure si tratta di atlete di rilievo nazionale ed internazionale, invidiate in tutto il mondo.
È palese che, la lotta per le pari opportunità delle donne nello sport è un percorso lungo, tortuoso e ancora pieno di ostacoli, anche se negli ultimi anni sono stati moltissimi gli appelli invocati per raggiungere quanto meno una parità di trattamento sia a livello sportivo che a livello lavorativo, anche se sembra evidente che essi siano caduti nel vuoto, a causa soprattutto di un sistema sportivo che ad oggi resta ancora evidentemente formulato a misura d’uomo, di un sistema in cui le atlete non sono tutelate in caso di maternità, i premi olimpici delle stesse sono palesemente inferiori rispetto a quelli riservati agli uomini, in un sistema in cui le manager donna all’interno delle Federazioni, delle associazioni, istituzioni sono una assoluta ed evidente minoranza.
Ciò che possiamo augurarci e soprattutto riprometterci noi atlete e donne manager per il nostro futuro è di lottare, anche al fianco delle istituzioni, affinché si possa agevolmente superare queste disparità, affinché vengano diffusi in modo sempre più dilagante i principi di uguaglianza sanciti peraltro dalla” Carta Europea dei diritti delle donne nello sport” così che già nell’immediato futuro si inizi a parlare solo e semplicemente di sport, sia esso femminile o maschile, senza differenziazione alcuna.

Lo Sport è vita
Il nuovo ruolo che lo sport può assumere oggi: lo sport come cultura e come legante sociale
di Giulia Budrago

A Firenze il 15 novembre 2014 l’associazione Sport 3.0 Foundation ha organizzato un interessante Convegno in merito allo Sport a cui ho avuto il piacere di partecipare.
Si è trattato di un evento di successo, in quanto, grazie alla partecipazione di soggetti di caratura, il messaggio promosso è stato dei migliori. La pratica sportiva dovrebbe divenire, infatti, uno stile di vita. La sua importanza, non solo, consiste nel mantenerci sani fisicamente, ma contribuisce anche, attraverso i valori che gli si attribuiscono, a migliorarci e renderci maggiormente rispettosi verso gli altri.
È ormai risaputo, d’altro canto, che praticare sport sia la migliore e la più efficace medicina per prevenire molte malattie. Recenti studi hanno, infatti, dimostrato che nei soggetti che praticano sport alcune malattie, come il cancro, si presentano con minore intensità e presentano caratteri di recessività.
Lo sport, riveste, anche, un’altra importanza fondamentale, i valori espressi nella sua pratica, disciplina e insegnamento. Sin dall’antichità greca, il praticare sport era considerato un impegno di particolare importanza, a cui piacevolmente i nostri antenati si dedicavano giornalmente; sin al punto da ideare le tanto amate Olimpiadi. Come, inoltre, dimenticare il detto latino mens sana in corpore sano, che, nonostante diverse e controverse interpretazioni, sancisce e ha sancito una volta per tutte l’importanza della pratica sportiva?
I migliori valori espressi dallo sport, inoltre, quali la condivisione, la dedizione, il rispetto, il sacrificio, la tolleranza, senza alcun dubbio, possono contribuire a migliorare la nostra società, proprio in un momento di crisi etica come quello che stiamo vivendo oggi. Lo sport dovrebbe rivestire una funzione redimente della carenza di valori caratterizzante la società moderna. Tutto questo è quanto emerso chiaramente dagli interventi effettuati dai diversi relatori dell’Evento.
Lo sport, pertanto, deve considerarsi punto centrale nell’educazione di ogni individuo, tant’è che permane ancora oggi, anche se ingiustificatamente criticata, l’ora di educazione fisica nel programma scolastico, e sempre più spesso gli insegnanti di educazione fisica propongono ai giovani attività sportive extra-scolastiche.
Importante è precisare, però, che quando si parla di sport, come ribadito precedentemente, non si parla solamente di uno sforzo, di un impegno fisico, ma si intende parlare di una cultura, di un insieme di valori che accomunano tutti noi, in grado di creare una coesione, un tessuto sociale, oggi abbastanza frammentato, se non inesistente, non solo tra i giovani, ma anche tra gli adulti. La possibilità di praticare attività sportiva, per questo, dovrebbe essere accessibile a tutti.
Lo sport dovrebbe essere considerato bene comune, date le sue proprietà terapeutiche fisiche e sociali. A tutti, adulti, bambini, giovani, femmine, maschi che siano, ma anche a coloro che non sono nelle condizioni riconosciute convenzionalmente idonee per la pratica di sport, come i disabili, deve essere data la possibilità di sperimentare lo sport, di assimilarne i valori, di credere in essi e di condividerli. Le nostre istituzioni, dovrebbero comprendere l’importanza della pratica sportiva, i valori in essa contenuti, l’importanza sociale che riveste per i cittadini. Gli investimenti dedicati al mondo sportivo, che comportano la predisposizione di spazi, l’assunzione di esperti che educhino il cittadino alla pratica sportiva, nel breve termine, comporterebbero dei vantaggi significativi per la nostra società. Lo sport, infatti, è anche dimensione di cittadinanza, un cittadino sportivo è un cittadino in salute e felice. Lo sport, grazie alla sua capacità di creare coesione, comunanza e squadra, è anche un’opportunità per creare e consolidare i rapporti fra cittadini, in quanto costituisce un campo di pratica per l’integrazione, che risulta, senza dubbio, di notevole importanza in questo momenti di diffidenza e difficile convivenza.
Lo sport con il suo ingente carico valoriale, quindi, deve essere tenuto in considerazione da tutti, per i suoi numerosi aspetti positivi e, in particolar modo, per il contributo significativo che ha nel migliorare i singoli cittadini. Per poter realizzare ciò, però, è necessario impegnarsi e coordinarsi su diversi fronti, in modo da garantire a tutti la possibilità di praticare sport a ogni livello.

 
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