CONVEGNO CONFINDUSTRIA - SEDE ROMA CON AIGI-PNRR E WOMEN

LA CERTIFICAZIONE DI PARITÀ COME DRIVER DI SVILUPPO DELL’IMPRESA

Lunedì 12 Dicembre 2022, presso la sede Confindustria di Roma, si è tenuto il convegno sul tema: “PNRR & Women. La certificazione della parità di genere come driver di sviluppo dell’Impresa”. L’evento è stato organizzato da AIGI – Associazione Italiana Giuristi d’Impresa e  dall’Associazione Donne Giuriste Italia – ADGI.
Nel corso dell’incontro si è afffrontato l’ importante tema del PNRR e Women e della certificazione di parità, diventati oggi un importante driver di sviluppo dell’Impresa pubblica e privata. I Giuristi, le Giuriste ed un panel di altissimo profilo ha preso parte all’evento.
L’On.Avv Rossello membro della XIV Commissione Politiche dell’Unione Europea.
È stata invitata per trattare quest’ultimo tema.
Per affrontare e superare le conseguenze connesse alla crisi pandemica e al conseguente rallentamento delle economie europee, l’UE ha approntato, nel quadro del Next Generation EU, il Dispositivo per la ripresa e la resilienza (Recovery and resilience facility – RRF), uno strumento finanziario ideato supportare la ripresa negli Stati membri.
La RRF (disciplinata dal Regolamento n. 2021/241/UE) ha una dotazione di 723,8 miliardi di euro, di cui 338 di grant (sovvenzioni) e 385 di loans (prestiti).
L’Italia è il paese che ha ricevuto lo stanziamento maggiore, pari a 191,5 miliardi, di cui 68,9 miliardi di grants e 122,6 miliardi di loans.
Il Piano Nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) è il documento programmatico con il quale l’Italia ha delineato come utilizzare tali risorse, al fine risolvere e depotenziare alcuni nodi problematici presenti nel Paese che ostacolano e/o rallentano lo sviluppo e la crescita economica.
Il Piano nazionale dettaglia i progetti, le misure e le riforme previste nelle aree di intervento riconducibili a sei pilastri fondamentali: transizione verde; trasformazione digitale; crescita intelligente, sostenibile e inclusiva; coesione sociale e territoriale; salute e resilienza economica, sociale e istituzionale; politiche per la prossima generazione, infanzia e gioventù, incluse istruzione e competenze.
Il Piano nazionale, inoltre, deve:
essere coerente con le sfide e le priorità specifiche per Paese individuate nel contesto del Semestre europeo e con le informazioni contenute nei Programmi nazionali di riforma, nei Piani nazionali per l’energia e il clima, nei Piani territoriali per una transizione giusta, nei Piani nazionali per l’attuazione della Garanzia Giovani e negli Accordi di partenariato;
destinare almeno il 37% della dotazione al sostegno della transizione verde, compresa la biodiversità;
destinare almeno il 20% alla trasformazione digitale;
• fornire una dettagliata spiegazione delle modalità con le quali il Piano intende contribuire alla parità di genere e alle pari opportunità, rafforzare il potenziale di crescita e attenuare l’impatto sociale ed economico della crisi;
definire i target intermedi e finali e un calendario indicativo dell’attuazione delle riforme e degli investimenti, da completare al più tardi entro la fine di agosto 2026;
indicare le modalità per il monitoraggio e l’attuazione del Piano, tappe, obiettivi e indicatori inclusi;
dare conto delle misure nazionali volte a prevenire, individuare e correggere corruzione, frodi e conflitti di interesse.
Il Piano si sviluppa attorno a tre assi strategici, tra cui l’inclusione sociale che ha come priorità principali: la parità di genere, la protezione e la valorizzazione dei giovani e il superamento dei divari territoriali. Questi tre ambiti presentano storicamente dei disequilibri consistenti: siamo lontani dal raggiungimento di una parità di genere in ambito lavorativo; i giovani versano in condizioni precarie (la quota di NEET è in crescita) e sussistono poi ancora ampie disparità e divergenze tra le aree del paese in merito ad alcuni parametri tra cui tutti gli indicatori sull’andamento del mercato del lavoro.
Nel PNRR sono previste misure e investimenti incideranno nel raggiungimento di una parità di genere. Ciascuna delle 6 missioni contiene interventi volti a favorire, direttamente o indirettamente, la partecipazione delle donne al mercato del lavoro salariato e attenuare le asimmetrie che ostacolano il raggiungimento di una parità di genere anche negli ambiti scolastico e domestico, oltre che lavorativo.
Nel PNRR la parità di genere è considerata un obiettivo trasversale, insieme alle pari opportunità generazionali e ai divari territoriali. Il Piano prevede misure per condizionare l’esecuzione dei progetti all’assunzione di giovani e donne.
A livello europeo il Pnrr italiano è stato considerato, insieme a quello della Spagna, il più improntato verso il raggiungimento della parità di genere. Solo quattordici stati (Belgio, Danimarca, Germania, Estonia, Spagna, Italia, Cipro, Lituania, Lussemburgo, Austria, Polonia, Lettonia, Slovenia e Slovacchia) hanno preso in considerazione la parità di genere come obiettivo da raggiungere. Lussemburgo, Cipro, Estonia, Germania, Polonia e Slovacchia l’hanno inglobata nel più ampio concetto di raggiungimento delle uguali opportunità per tutti.
L’Italia parte da una condizione di disparità di genere molto elevata. Il Gender Equality Indexnel 2022, colloca il Paese sotto la media dei paesi europei. Il tasso di inattività delle donne è passato dal 49,5 per cento del primo quadrimestre del 2005 (fonte Eurostat) al 43,3 per cento del secondo quadrimestre 2022: il più alto di tutta l’Ue. Il tasso di disoccupazione delle donne nel secondo quadrimestre 2022 è pari al 9,3 per cento; solo Spagna e Grecia ne registrano uno più alto dell’Italia.
Il tema della genitorialità: il 38% delle donne modifica la propria situazione lavorativa per esigenze familiari (contro il 12% degli uomini) e il 33% delle donne abbandona il mondo del lavoro dopo il primo figlio, con tassi crescenti all’aumentare del numero di figli.
Si segnala inoltre un divario contributivo (“gender pay gap”) importante tra uomini e donne che nel 2022 risulta intorno al 20-24%.
In termini di partecipazione all’istruzione: le donne risultano mediamente più istruite degluomini (il 59% dei laureati italiani è donna e il voto di laurea femminile è di 2 punti superiore a quello maschile), sebbene nelle discipline scientifico-tecnologiche si registrino dei dati più gratificanti per il genere maschile, dati che risultano ancor più rilevanti considerata l’alta richiesta di tali competenze in ambito lavorativo.
Tempo non remunerato e dedicato alla cura della famiglia e alla casa: l’Italia è fanalino di coda in Europa con l’81% di donne che vi si dedica tutti i giorni contro il 20% degli uomini (in confronto con il 79%-34% in Europa ed il 74%-56% in Svezia). La donna rimane, a tutta evidenza, la responsabile della gestione della casa e dei figli. Un dato in positivo per l’Italia è invece la rappresentanza femminile nelle posizioni di potere, dovuto principalmente alla maggior presenza femminile negli organi societari delle società quotate e delle società pubbliche che risulta superiore alla media europea.
L’intero impianto del Pnrr cerca di incrementare l’occupazione femminile.
Le misure volte a ridurre riguardano:
(a) misure volte ad aumentare il tasso di partecipazione femminile al lavoro e ad incrementare il tasso di occupazione femminile;
(b) misure dirette e indirette finalizzate alla crescita dell’occupazione delle madri, attraverso il potenziamento di servizi che favoriscono la conciliazione vita-lavoro;
(c) misure dirette e indirette volte a ridurre le asimmetrie persistenti nel lavoro familiare;
(d) misure dirette e indirette per aumentare il numero di laureate nell’area STEM;
(e) misure dirette e indirette volte a ridurre le situazioni di grave deprivazione abitativa, che molto spesso colpiscono le famiglie monoparentali composte da donne con figli;
(f) misure dirette e indirette sulla speranza di vita in buona salute delle donne attraverso il potenziamento dell’assistenza sanitaria primaria territoriale e il rafforzamento dell’assistenza sanitaria intermedia e delle sue strutture.
Nel Piano- Missione 1 è previso che le riforme della PA possono favorire l’ingresso delle donne; lo smart-working aiuterà la conciliazione vita-lavoro, mentre il potenziamento dell’offerta turistica genererà significative ricadute occupazionali per le donne.
Le Missioni che contengono il maggior numero di investimenti volti al raggiungimento della parità di genere sono: la Missione 4-Istruzione e Ricerca e la Missione 5-Inclusione e Coesione, a cui sono destinati rispettivamente il 16,12 per cento e il 10,34 per cento del totale delle risorse.
In particolare, si cerca di stimolare la partecipazione al mercato del lavoro delle lavoratrici madri attraverso misure quali l’aumento di asili nido, l’estensione del tempo pieno nelle scuole o l’incremento di attività extra-scolastiche. Si promuove lo studio da parte delle ragazze delle discipline Stem, si incentiva l’imprenditoria femminile e si implementa l’housing sociale.
La missione 5 “coesione e inclusione” ha tra gli obiettivi due misure strategiche: la valorizzazione dell’imprenditorialità femminile e l’introduzione e definizione di un sistema nazionale di certificazione della parità di genere.
Uno degli interventi promossi proprio nell’ambito del PNRR riguarda l’introduzione della certificazione per la parità di genere (parte della Missione 5 “lnclusione e coesione”). Nello specifico è inserita nella Componente 1, Investimento 1.3 (M5C1 – 1.3). Lo scopo ultimo del progetto, per cui sono stati stanziati 10 milioni di euro, è la definizione di un sistema nazionale di certificazione della parità di genere che accompagni e incentivi le imprese ad adottare policy adeguate a ridurre il gap di genere in tutte le aree maggiormente critiche: opportunità di crescita in azienda, parità salariale a parità di mansioni, politiche di gestione delle differenze di genere, tutela della maternità. Il sistema di certificazione sarà aperto a tutte le imprese indipendentemente dal requisito dimensionale. Nella fase sperimentale la certificazione sarà agevolata per le micro, piccole e medie imprese, e accompagnata da servizi di accompagnamento e assistenza.
L’introduzione di questo sistema si deve alla L. 162/2021, cui il PNRR si allinea ed in virtù del quale in data 29 aprile 2022 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il  D.P.C.M. n. 152/2022 che definisce i parametri minimi per il conseguimento della certificazione della parità di genere.
Il rilascio della certificazione comporta per l’azienda la possibilità di accedere ai seguenti benefici: sgravi contributivi nel limite dell’1% dei contributi complessivamente dovuti e di H 50.000 annui per ciascuna azienda; -un punteggio premiale per la valutazione, da parte di autorità titolari di fondi europei nazionali e regionali, di proposte progettuali ai fini della concessione di aiuti di Stato a cofinanziamento degli investimenti sostenuti; una riduzione della garanzia fideiussoria per la partecipazione a gare pubbliche, un migliore posizionamento in graduatoria nelle procedure ad evidenza pubblica.
A sostegno dell’imprenditorialità femminile il PNRR ha previsto l’avvio del “Fondo impresa donna” finalizzato ad avere un impatto diretto su alcune dimensioni che concorrono al raggiungimento di una maggiore parità di genere. Il fondo intende supportare finanziariamente la nascita di nuove imprese femminili (meno di 12 mesi) e lo sviluppo e consolidamento di imprese femminili esistenti (da più di 12 mesi).
Nella PA l’art. 47, comma 4, del Decreto Legge 77/2021 si prevede che il concorrente in una gara pubblica si impegni ad assicurare, in caso di aggiudicazione del contratto, una quota di occupazione giovanile e femminile almeno pari al 30%. Secondo il decreto 7/12/2021, le imprese che partecipano alle gare devono aver stilato il Rapporto periodico sulla situazione del personale maschile e femminile. Mentre il Dl n. 50 del 18/4/2016 (Codice appalti) è stato modificato dal primo maggio 2022 per includere un meccanismo premiale per le imprese in possesso di certificazione di genere (Uni 122/2022).
Si segnala che la seconda Relazione sullo stato di attuazione del PNRR, aggiornata al 4 ottobre 2022, è stata trasmessa alle Camere con lettere del Ministro dei rapporti con il Parlamento datate 6 e 7 ottobre 2022. Il servizio Studi della Camera e del Sanato hanno predisposto un apposito dossier. Nella scheda relativa a Lavoro e occupazione, si legge:
“Le politiche per il lavoro delineate nel PNRR rivestono un ruolo rilevante nel perseguimento degli obiettivi, trasversali a tutto il Piano, di sostegno all’empowerment femminile e al contrasto alle discriminazioni di genere e di incremento delle competenze e delle prospettive occupazionali dei giovani, con l’obiettivo principale di incrementare il tasso di occupazione, in particolar modo quella giovanile e femminile.
Interventi specifici in materia di politiche per il lavoro sono contenuti nella Missione 5 (“Inclusione e coesione”), nell’ambito della Componente 1 (“Interventi speciali per la coesione territoriale”), che mira a ridurre i divari tra le diverse aree del paese.
All’interno di tale componente, è prevista, entro la fine dell’anno, l’entrata in vigore del Sistema nazionale di certificazione della parità di genere e dei meccanismi di incentivazione per le imprese che ottengono la certificazione e adottano policy adeguate a ridurre il divario di genere in tutte le aree critiche (crescita aziendale, parità salariale, gestione delle differenze di genere, tutela della maternità)”.

 

 

 

 

 
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