Il cuore di Petra ha battuto per Luciano Pavarotti

Nicoletta Mantovani ha voluto ricordare il marito, ad un anno dalla scomparsa, con un grande concerto, che si è tenuto nella magica cornice di Petra.

di Edda Ansaloni


Un anno fa ci lasciava il Maestro Pavarotti. Quel giorno il mondo intero si è fermato ed ha pianto per la perdita dell’artista, ma anche del grande uomo, che Luciano è stato. In occasione dell’anniversario della sua scomparsa cosa poteva essere fatto per ricordarlo degnamente?
Certo, si poteva pensare ad una grande cerimonia, oppure a portare fiori sulla sua tomba.
Ho avuto il grande onore di conoscere Luciano Pavarotti e so quanto egli amava la vita, la gente, gli amici, la musica.
Nicoletta Mantovani, la sua sposa, sapeva tutto questo e ha voluto ricordarlo proprio come lui avrebbe voluto. Ha radunato tutti gli artisti cari a Luciano, li ha portati a Petra, un luogo dove il grande Maestro avrebbe voluto cantare, ed ha organizzato un grande concerto.
Nel cuore del deserto, il cuore di chi lo ha amato ha battuto più forte. In quel luogo unico al mondo la voce di chi ha cantato era magica, come magica è Petra e magica è stata la notte dedicata a Luciano...
Nicoletta è tornata a Modena e mi ha portato le emozioni di quel grande concerto. Le voglio condividere con tutti voi...

Il grande concerto che si è tenuto a Petra ha emozionato il mondo. Ci vuole parlare di questa straordinaria iniziativa?
“Questo evento è nato grazie all’amicizia e collaborazione con la principessa Haya Bint Al Hussein di Giordania. La Principessa era molto amica di Luciano e mia, sin da quando veniva a competere a Modena al CSIO – Pavarotti International (è stata infatti una apprezzata protagonista dei concorsi ippici in tutto il mondo).
Inoltre, Luciano aveva conosciuto il padre di Haya, il Re Hussein (scomparso da qualche anno) e insieme avevano parlato più volte di organizzare un concerto di Luciano a Petra, senza mai riuscire tuttavia a portare questa idea a compimento. Per me e per la Principessa Haya, quindi, questo evento ha rappresentato anche il modo di realizzare quel sogno incompiuto.
L’unicità e bellezza di Petra, una delle sette meraviglie del mondo, si prestava poi particolarmente a celebrare la memoria di Luciano in modo unico e suggestivo.
Tutto si è svolto come avevamo desiderato: il Memorial è stato molto emozionante e commovente, grazie ai ricordi spontanei e sinceri offerti dai molti amici presenti, artisti e non. Il concerto ha suggellato il legame di profonda amicizia che Luciano aveva stretto con molti illustri colleghi della lirica e del pop ed essi hanno dato vita ad un armonioso intreccio di generi musicali diversi, proprio come Luciano avrebbe desiderato”.

Lei è una donna molto attiva, piena di idee, sempre pronta ad organizzare eventi per scopi umanitari. Anche il Maestro aveva questi obiettivi. Come vivevate questi momenti e come li sta vivendo ora?
“Io e Luciano eravamo senza dubbio molto in sintonia circa la necessità di spendersi per scopi umanitari, per guardare oltre il nostro guscio, spesso privilegiato, e cercare di capire dove potevamo fare qualcosa di utile. Questa convinzione per me non è mutata, anzi, si è rafforzata: ora mi sento in dovere di continuare l’impegno che Luciano aveva profuso in questo ambito, non dimenticare ciò che aveva fatto e, al tempo stesso, realizzare nuovi progetti nel medesimo solco da lui tracciato. Sono certa che questo lo renderebbe felice ed orgoglioso”.

Quali saranno i prossimi appuntamenti che la vedranno impegnata?
“Dopo gli eventi che si sono svolti a Petra, abbiamo inaugurato una mostra dedicata alla vita e carriera di Luciano presso il Complesso del Vittoriano di Roma. La mostra (a fruizione libera e gratuita) resterà aperta sino al prossimo 8 dicembre. Dopo il lancio romano, desidero quindi portare la mostra in altri Paesi, tanto in Europa quanto negli Stati Uniti. Ho già ricevuto diverse richieste in merito ed è necessario valutare il calendario più appropriato.
Il 2009 vedrà anche la produzione di un film su Luciano: l’idea è nata dalla casa di produzione dei fratelli Muccino, l’Indiana Production.
Gli sceneggiatori stanno conducendo un lavoro molto serio di ricerca sulla vita e carriera di Luciano, in modo da riuscire ad offrire al pubblico un ritratto schietto ed autentico della sua figura di uomo ed artista. Essi hanno avuto la possibilità di parlare ed intervistare moltissimi amici e colleghi, in Italia e all’estero. Sono certa che il prodotto finale saprà regalare al pubblico grandi emozioni”.

Cosa rappresenta per lei la musica?
“Ho sempre apprezzato la musica, di tanti generi diversi, perché credo sia un grande strumento di comunicazione, in grado di trasmettere emozioni prima di tutto.
Non mi piace un genere in particolare perché credo, ogni momento della giornata – come della vita – abbia una sua particolare armonia, un particolare ritmo o tempo che poi si rispecchia in un certo genere di musica. È vero tuttavia che sono cresciuta coltivando i miti del rock e del pop, in cui trovo tanta vita ed energia, spesso li trovo “consolanti” in qualche maniera. Da quando ho conosciuto Luciano, poi, la musica ha sempre rappresentato anche qualcosa di più: essa ora rappresenta per me anche uno strumento di cambiamento, di denuncia, un modo per spezzare le barriere, per agire, “per dare voce a chi non ce l’ha”, come ripeteva spesso Luciano”.

I suoi gusti musicali sono cambiati o si sono modificati dopo aver conosciuto il Maestro Pavarotti?
“In realtà no... ho conosciuto l’opera grazie a Luciano e ovviamente ho apprezzato lui come interprete di indiscusso valore. Ma non per questo ho mai bandito il rock per la classica. Credo che anche i nostri gusti musicali rispecchiassero, in un certo senso, la nostra complementarità”.

Ora lei vive a Modena, la città natale di Luciano Pavarotti. Suo marito amava molto questa città. Lei si trova altrettanto bene a Modena?
“Ho spesso visto Modena attraverso gli occhi di Luciano e quindi ho imparato ad apprezzarla e a viverci con serenità. Credo sia, però, naturale che nel mio cuore ci sia ancora Bologna, la mia città natale e dove ho vissuto buona parte della mia vita. Sono affezionata alle stradine del centro e ai suoi colli, tanti ricordi sono legati a Bologna”.

Vi è un altro posto nel mondo nel quale desidererebbe vivere?
“Come Luciano, anche io amo molto New York. Non è solo una città, è un intero mondo, che offre tanto a tutti. Ho ricordi molto intensi legati a Luciano a New York”.

Dopo la scomparsa del Maestro lei è rimasta sola con la sua splendida, piccola Alice. Come terrà vivo in lei il ricordo di suo padre?
“Sebbene Alice fosse molto piccola quando ha perso il suo papà, lei ne conserva tuttavia un ricordo molto vivido.
Erano molto uniti e hanno passato tantissimo tempo insieme… sono grata a Luciano del tanto tempo che ha dedicato a nostra figlia perché il ricordo di quei momenti sono adesso un tesoro prezioso per lei.
Alice sente ancora il papà molto presente, vicino… sa che non lo riesce a vedere o toccare fisicamente ma ne avverte la presenza costante accanto a lei e questo le dà serenità.
Quando sarà più grande le farò vedere le opere, le foto, i giornali… per capire che grande uomo, e non solo artista, Luciano sia stato”.

Cosa si sente di dire alle giovani donne che si affacciano ora alla vita? Quali sono i valori più importanti che non devono mai essere persi di vista?
“Credo fermamente nel valore della famiglia e degli affetti, sono certamente queste le priorità della vita.
Ciò non significa spendersi esclusivamente in questo ambito: è giusto coltivare aspirazioni e passioni proprie, cercare di realizzarsi anche al di fuori dell’ambito familiare. Essere persone realizzate e compiute all’esterno credo ci renda persone migliori anche all’interno del contesto familiare. La parola chiave è: equilibrio. Ciascuno deve cercare il proprio, specialmente tra lavoro e famiglia, per cercare di dare e ricevere il meglio da entrambi questi mondi. Se mai un giorno fossi costretta a fare una scelta drastica, tuttavia, non avrei dubbi: Alice viene prima di tutto”.


 
 
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