Le Regine d'Italia

di Carlo Italo Vittorio Nardi

regina margherita


L'Italia compie 150 anni. Dal 1861, data dell'unità, abbiamo avuto quattro Re: Vittorio Emanuele II, Umberto I, Vittorio Emanuele III, e Umberto II. Dopo il referendum sulla forma istituzionale monarchia o repubblica, dal 2 giugno 1946, che ricordiamo ancora oggi ha molte ombre, ci sono stati 11 Presidenti: Enrico De Nicola, Luigi Einaudi, Giovanni Gronchi, Antonio Segni, Giuseppe Saragat, Giovanni Leone, Sandro Pertini, Francesco Cossiga, Oscar Luigi Scalfaro, Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano. Se però i re furono quattro, le regine effettive furono solo tre. Adelaide d'Asburgo Lorena, morì sei anni prima a Torino, il 20 gennaio 1855, ed è attualmente sepolta nella Basilica di Superga. Il ruolo quindi di prima regina d'Italia spetta a sua nuova, Margherita Maria Teresa Giovanna di Savoia. Nata a Torino il 20 novembre 1851, Margherita è figlia di Ferdinando di Savoia-Genova e di Elisabetta di Sassonia. Resta presto orfana di padre, che muore quando lei ha solo quattro anni. Con la madre e il fratello minore, trascorre l'infanzia e l'adolescenza nel Castello Ducale di Agliè, lontana dalla corte.
Alla età di 17 anni sposa il cugino Umberto, erede al trono, il 22 aprile 1868 a Torino. Nel 1878, alla morte di Vittorio Emanuele II di Savoia, Margherita diventò la prima regina d'Italia perchè, come detto precedentemente, la sua suocera era morta. Trascorso il canonico periodo di lutto, come il protocollo imponeva ad una famiglia reale, la coppia compie un viaggio attraverso l'Italia per farsi conoscere e per promuoversi quale simbolo dell'unione tra nord e sud. Fu un trionfo!
La nuova regina, dotata di notevole fascino, fu avvolta e acclamata dalla popolazione e cosa assai più importante, anche da quella non particolarmente favorevole alla monarchia.
Dalla coppia reale nacque un unico figlio l'11 novembre 1869, Vittorio Emanuele Ferdinando Maria Gennaro.
Nonostante fosse noto che Umberto I avesse altre relazioni, la moglie Margherita alimentò la finzione che il loro fosse un matromonio felice per tutta la vita. Alla morte del marito, primo ed unico capo di stato italiano assasinato dall'anarchico Gaetano Bresci a Monza il 29 luglio 1900, lascia il Quirinale.
Da regina promosse arti e cultura. Appassionata alpinista scalò, prima donna, una delle più alte vettedelle Alpi: il Monte Rosa. Per tale motivo le venne dedicato il rifugio Margherita, costruito in prossimità della cima della montagna.
A Napoli, in occasione di un viaggio, fu creata in suo onore, la famosa pizza margherita. Durante il suo regno, Margherita si dedicò a molte attività benefiche. Durante le numerose visite ad orfanatrofi ed ospedali, lasciava cospicue donazioni di denaro. Morirà a Bordighera il 4 gennaio 1926. Il grande poeta Giosuè Carducci le dedicò una delle sue Odi Barbare.

La seconda regina fu Elena del Montenegro, nata Jelena Petrovic Njegol e, dopo il matrimonio, nota come Elena di Savoia. Nata a Cettigne l'8 gennaio 1873 era la sesta figlia di re Nicola I del Montenegro e di Milena Vukotic. Educata in maniera molto semplice, con particolare riguardo ai valori della famiglia, Elena crebbe schiva e riservata.
Gli studi li fece nel collegio Smolnyj di San Pietroburgo frequentato dalla nobiltà russa. La futura regina incontrò per la prima volta il suo sposo al teatro la Fenice di Venezia. Fra i due scoppiò il classico colpo di fulmine e dopo un secondo incontro avvenuto in Russia, l'erede al trono d'Italia fece la richiesta ufficiale al padre di Elena, Nicola I. Prima di sposare il suo principe, Elena dovette abiurare la sua fede religiosa, quella ortodossa, per conventirsi a quella cattolica. Le nozze furono celebrate a Roma, il 24 ottobre 1896, nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, poi i novelli sposi partirono per un breve viaggio di nozze lontano da ogni clamore mondano. Fu un matrimonio felice e la coppia ebbe 5 figli: Iolanda Margherita di Savoia, Mafalda Maria Elisabetta, Umberto, Giovanna di Savoia, Maria Francesca di Savoia. In seguito dell'assassinio del suocero, Umberto I, diventerà la seconda regina d'Italia l'11 agosto del 1900. Durante il regono del marito, Elena non si occupò mai di politica. Una sola volta lo fece: fu tre mesi dopo l'inizio della seconda guerra mondiale scrivendo una lettera alle sei sovrane delle nazioni europee ancora neutrali, al fine di scongiurare un allargamento delle ostilità ad altri paesi. Si profuse sempre nell'aiuto dei più bisognosi, ed anche durante gli anni dell'esilio fu sempre pronta ad aiutare le persone meno fortunate. Sono tanti gli episodi, ma vale la pena di ricordare quello che riguarda il terremoto di Messina nel 1908. La regina Elena si occupò immediatamente dei soccorsi e, grazie anche al fatto che conosceva perfettamente il russo, chiese subito soccorso alla flotta russa che incrociava al largo. Durante la prima guerra mondiale, la regina fece l'infermiera a tempo pieno e con l'aiuto della Regina Madre, trasformò in ospedali sia il Quirinale che Villa Margherita in Via Veneto, attuale sede dell'Ambasciata mericana a Roma. Fu la prima Ispettrice delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana. Finanziò opere benefiche e la sua popolarità crebbe immensamente fra il popolo. Il 15 aprile del 1937, Pio XI le conferì la Rosa d'Oro della Cristianità, la più importante onorificenza concessa a quei tempi ad una donna da parte della Chiesa cattolica. Dopo l'abdicazione di Vittorio Emanuele III in favore di suo figlio Umberto, Elena parti per l'esilio con il marito. Là la coppia fissò la residenza a Villa Jela, ad Alessandria d'Egitto, ospite di re Farouk I. Elena rimase in questo paese fino alla morte del marito, avvenuto il 28 dicembre 1947 ma, nel nel 1950 scoprendo di essere malata di cancro, si trasferì in Francia a Montepellier dove morì il 28 novembre. Fu sepolta come suo desiderio, in una comune tomba del cimitero cittadino, in attesa di essere trasferita al Pantheon insieme al marito Vittorio Emanuele sepolto ad Alessandria d'Egitto. Per la sua nota bontà, alla sua morte, l'intera città di Montpellier si fermò per partecipare al suo funerale. La municipalità di Montpellier ha intitolato il viale che porta al cimitero alla regina Elena e le ha innalzato un monumento. Ancora desso sulla sua tomba ci sono sempre fiori freschi ed è meta di pellegrinaggio da parte di molte persone. L'Italia repubblicana, per le sue opere benefiche le ha dedicato un francobollo.
La sola città di Messina le ha innalzato un monumento, attraverso una pubblica sottoscrizione. Nel 2001, è stata avviata la pratica di canonizzazione.

Maria Josè Carlotta Sophia Amelia Enrichetta Gabriella di Sassonia Coburgo-Gotha, nata come Maria Josè del Belgio nasce in Olanda il 4 agosto del 1906, figlia di Alberto I di Sassonia Coburgo-Gotha e di Elisabetta di Wittelsbach. Trascorre l'infanzia con i due fratelli maggiori Leopoldo e Carlo Teodoro in un ambiente famigliare aperto ed intriso di cultura e sport. Durante la prima guerra mondiale, venne mandata con i fratelli a studiare in Inghilterra e successivamente in italia dove frequentò il collegio della Santissima Annunziata a Villa Poggio Imperiale, dove apprese la lingua italiana. Il primo incontro con Umberti, principe ereditario al trono d'Italia, avvenne nel 1916. Le fastose nozze avvennero l'8 gennaio 1930 nella Cappella Paolina del palazzo del Quirinale. Dall'unione nacquero 4 figli: Maria Pia, il futuro erede al trono Vittorio Emanuele, Maria Gabriella e Maria Beatrice.
Maria Josè non ebbe mai buoni rapporti con i membri di casa Savoia, mentre il marito si dimostrava ligio alle regole di corte. Il rapporto con il regine fascista non fu mai idilliaco e la futura regina cercò di avere contatti con gli ambienti anti-fascisti.
L'8 settembre 1943 la sorprese nel Castello di Sarre, in Valle d'Aosta, da dove fu facile riparare in Svizzera. In quel periodo riprese i contatti con gli anti-fascisti e tentò inutilmente di unirsi alla resistenza. Si potè riunire ad Umberto solo due anni dopo, ma fra i due era sceso il gelo. Durante il referendum del 1946 non partecipò attivamente alla propaganda a favore dell'istituto, convinta che la monarchia avrbbe perso. Subito dopo si trasferì con i figli in Portogallo, dove fu raggiunta dal marito pochi giorni dopo. Maria Josè si trasferì presto in Svizzera con la scusa di una malattia agli occhi e vi rimase fino alla fine dei suoi giorni. Poichè il suo regno durò solamente dal 9 maggio al 12 giugno 1946, venne sopranominata dagli italiani Regina di maggio. Morì il 27 gennaio del 2000 e fu sepolta nell'Abbazia di Altacomba in Alta Savoia a fianco del marito.

 
 
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