Lyda Borelli - The Divine

Sarà lei, la diva e divina del cinema muto, a essere ricordata e omaggiata in occasione della ventesima edizione del Premio Internazionale Profilo Donna  il 31 ottobre al teatro comunale di Modena 'Luciano Pavarotti'. Nel 2009 ricorre il cinquantenario dalla morte dell'attrice cinematografica e teatrale, un anniversario che richiama iniziative in molte città d'Europa. Tra queste la rassegna monografica Lyda Borelli & the arts.

Lyda Borelli è un personaggio che appartiene al mondo della cultura, in particolare del teatro e del cinema, ma anche della moda e in generale al mood di un'epoca. Un personaggio, tra i più prestigiosi del mondo, presentato in anteprima mondiale dall'iniziativa Lyda Borelli & the arts, rassegna monografica parte della quale farà tappa a Modena il 31 ottobre 2009 in occasione del Premio Internazionale che si svolgerà al teatro comunale "Luciano Pavarotti". Profilo Donna ha infatti scelto la divina come figura femminile, appartenuta al XX secolo, da ricordare in occasione della premiazione annuale di dieci donne "eccellenti", conferimento di cui quest'anno ricorre il ventennale. Il 2009 è poi un anno ricco di iniziative in molte città europee per ricordare l'artista della quale ricorre il cinquantesimo anniversario.
 
L'avvenimento presenta la storia artistica di Lyda Borelli raccontando la dimensione internazionale e le declinazioni artistiche di un percorso professionale unico al mondo. A lei sarà reso omaggio attraverso una scenografia fissa, vale a dire la riproduzione di alcune immagini come gigantografie che faranno da cornice a tutta la serata; saranno proiettati alcuni spezzoni video durante la premiazione che narrerà nelle sue tappe principali la biografia artistica dell'attrice utilizzando fotografie e fotogrammi di film; infine una piccola mostra nel foyer del teatro dedicata alla Divina grazie alla collaborazione con la Fondazione Cini di Venezia.
Profilo Donna e il teatro Luciano Pavarotti il 31 ottobre saranno, idealmente, il centro simbolico dell'eccellenza nel mondo del cinema, del teatro e della moda. E la città di Modena un centro di produzione culturale di livello internazionale, snodo e intersezione dei vari ambiti artistici.
 
Lyda Borelli & the arts, costituisce una rassegna monografica di interesse sulla vita e sulla carriera dell'attrice teatrale e cinematografica Lyda Borelli, diva "par excellence" e ponte tra la cultura dell'Ottocento e quella del Novecento, tra il fine secolo e modernismo.
Con spettacoli quali Salomè (1909), con i suoi modi eccentrici e acclamati di recitazione e con i suoi abiti e costumi firmati Poiret, Fortuni, Caramba o Gallenga, Borelli fu l'emblema di un'epoca, un'artista dall'articolata immagine e di assoluta modernità dato l'alto livello delle opere d'arte che la videro come soggetto e interprete. I suoi capolavori andarono infatti oltre l'ambito del teatro e del cinema facendone una grande interprete della cultura liberty che ha dominato le varie arti, dalla pittura alla fotografia, alla musica, alla letteratura e quindi anche teatro, cinema, architettura, design e moda.
 
L'icona Borelli trovò espressione sia nelle arti, sia nella cultura popolare, divenendo soggetto di quadri d'autore, di pastelli, disegni, sculture, fotografie artistiche, ma anche di manifesti, cartoline e caricature, portando la sua influenza di divina nella moda, con abiti e costumi che segnarono il gusto del suo tempo.

BIOGRAFIA

Nata nel 1886 a Rivarolo (Parma), cominciò la sua carriera in teatro, dove debuttò nel 1902 a 15 anni. Nel 1904 fece parte della compagnia di Virgilio Talli dove divenne prima attrice giovane a soli diciotto anni e recitò nella prima rappresentazione de La figlia di Jorio di Gabriele D'Annunzio, interpretò il ruolo di Splendore. In breve tempo diventò una delle prime donne più apprezzate e celebri del teatro italiano, considerata l'erede della grande Eleonora Duse, accanto alla quale recitò nel 1905.
Nel 1913, mentre era alla compagnia Piperno-Borelli-Gandusio, partecipò al suo primo film dal titolo Ma l'amor mio non muore diretto da Mario Caserini. Pare che il personaggio della protagonista fosse stato ideato appositamente per lei. La pellicola ebbe un grandissimo successo e Lyda Borelli diventò subito una divina amata e ammirata dal pubblico. Nacquero neologismi come "borellismo" e "borelleggiare" per descrivere il fenomeno di imitazione che aveva scatenato nel pubblico femminile. Il grande successo la consacrò "divina" per antonomasia fra le attrici cinematografiche.
La carriera di Lyda Borelli fu intensa, ma molto breve. Durò appena cinque anni, in cui girò tredici film perché si ritirò definitivamente a vita privata nel 1918, ancora al culmine della celebrità, dopo aver sposato il conte Vittorio Cini. Lyda Borelli era un'attrice capace di grande espressività fisica, dalla gestualità ampia ed enfatica, che incontrava perfettamente i gusti della critica e degli spettatori dell'epoca. In assenza del sonoro, che in Italia arrivò verso la fine degli anni Venti, nei film anche l'espressione di sensazioni e sentimenti poteva avvenire solo attraverso i gesti del corpo. Tra i suoi più grandi successi Fior di male, Rapsodia satanica con le musiche di Pietro Mascagni e Malombra. Lyda Borelli fu la prima grande sacerdotessa del nascente divismo. La sua morbida bellezza preraffaellita, le sue pose da femme fatale dannunziana, la sua recitazione fatta di gesti eccessivi, di subitanei languori e di sguardi torbidi, divennero il modello di una intera generazione di attrici e influenzarono la moda fino a diventare un vero e proprio fatto di costume. Gramsci ammirò Lyda Borelli, riconoscendo la straordinaria forza di suggestione della sua sensualità di gusto liberty. «Il divismo italiano, nei suoi fenomeni più appariscenti è perfettamente funzionale al contesto semiotico e ideologico in cui si colloca», sostiene Gian Piero Brunetta e aggiunge che «la diva non è dunque solo un corpo, uno sguardo, un insieme di gesti caratterizzati e ripetuti, è, anche, al tempo stesso, l'incarnazione più emblematica di tutto un mondo su cui viene a esercitare un dominio assoluto».
A Bologna il Conte Cini le dedicò la "Casa per artisti drammatici".

 

TEATRO (elenco parziale)
1902 - Esordisce nella compagnia di Francesco Pasta e Virginia Reiter. A soli diciotto anni passa nella compagnia di Virgilio Talli e diventa prima attrice giovane.
1903 - La figlia di Iorio di Gabriele D'Annunzio, prima rappresentazione in cui interpreta il ruolo di Splendore
1909 - Prima attrice con Ruggero Ruggeri
1912 - Recita con Piperno e Gandusio nella compagnia diretta da Flavio Andò
1913 - Recita nella compagnia Fert diretta da Ermete Novelli; La Gorgona di Benelli
1914 - Il ferro di Gabriele D'Annunzio
 
 FILMOGRAFIA
1913 - Ma l'amor mio non muore, di Mario Caserini
1913 - La memoria dell'altro, di Alberto degli Abbati, con Lyda Borelli e Mario Bonnard
1914 - La donna nuda, di Carmine Gallone, con Lyda Borelli e Ugo Piperno
1915 - Fior di male, di Carmine Gallone, con Lyda Borelli (Lyda) e Ruggero Barni
1915 - Rapsodia satanica, di Nino Oxilia, con Lyda Borelli (Alba d' Oltrevita), Andrés Habay (Tristano), Ugo o GiulioBazzini (Mefisto), Giovanni Cini (Sergio), musica di Pietro Mascagni
1915 - Marcia nuziale, di Carmine Gallone, con Lyda Borelli e Amleto Novelli
1916 - La falena, di Carmine Gallone, con Lyda Borelli e Mario Bonnard
1916 - Malombra, di Carmine Gallone, con Lyda Borelli (Marina di Malombra), Augusto Mastripietri (Cesare d'Ormengo), Amleto Novelli (Corrado Silla)
1916 - Madame Tallien, di Mario Caserini
1917 - Carnevalesca, di Amleto Palermi
1917 - Il dramma di una notte, o Una notte a Calcutta, di Mario Caserini
1917 - La storia dei tredici, di Carmine Gallone, con Lyda Borelli e Ugo Piperno
1918 - La leggenda di Santa Barbara

 
 
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