Gara di solidarietà per le donne e i bambini ucraini

Gara di solidarietà per le donne e i bambini ucraini

a cura di Daniela Moscatti - foto di Audio Foto Video Ciak

 

La provincia di Modena si distingue
per generosità nell’accoglienza
dei profughi.
Ancora una volta il nostro
territorio si prodiga per la pace
E PER LA SOLIDARIETà.
Lo testimoniano anche le persone contattate dalla nostra rivista
che raccontano le loro esperienze

Partendo dalla città di Modena, ecco i riferimenti più importanti a cui rivolgersi e la testimonianza del nostro Sindaco Giancarlo Muzzarelli.
“Non ci rassegniamo alla guerra: la diplomazia lavori senza sosta per trovare una soluzione tra Russia e Ucraina che eviti vittime innocenti e il ripetersi dei drammi del passato”, ha affermato Muzzarelli ricordando che a Modena risiedono 1.863 ucraini (di cui 1412 donne) e 173 russi (di cui 148 donne): “tutte persone che vivono e lavorano in pace all’ombra della Ghirlandina. I modenesi chiedono la pace. Da Modena, città di pace, libertà e democrazia, mandiamo un messaggio di convivenza pacifica, inclusione e speranza”.
Al Centro stranieri informazioni e orientamento per i profughi ospitati in città da familiari e amici: le esigenze di ospitalità di questi primi arrivi sembrano destinate ad essere soddisfatte da parenti, amici e contatti con persone già residenti in città. In ogni caso l’amministrazione comunale, sulla scorta dell’invito rivolto dalla Prefettura agli enti locali, si è attivata per avviare una ricognizione per un’ulteriore eventuale disponibilità di alloggi che potrebbero essere utili se fosse necessario ampliare la rete Cas per far fronte ad arrivi più consistenti e di persone senza riferimenti in città. In ogni caso l’accoglienza sarà predisposta dalla Prefettura, secondo i percorsi indicati dal Governo, nell’ambito della rete Cas e quindi in accordo con gli enti gestori.

Il 2 marzo sono arrivati a Formigine i primi rifugiati: due madri, due bambini piccoli, tre ragazze e un signore anziano provenienti dalla zona di Leopoli, più vicina al confine con la Polonia. Sono stati ospitati presso una struttura comunale. Da subito si è attivata un’imponente rete solidale, coordinata dai Servizi sociali del Comune di Formigine e dall’Associazione Chernobyl di Maranello, Fiorano e Formigine, che abitualmente opera nelle aree vicine a quelle interessate dalla guerra.
La farmacia comunale ha raccolto farmaci per il valore di 5mila euro, che sono stati portati nella zona di conflitto attraverso due convogli umanitari organizzati dal prof. Filippo Sala e dal dott. Paolo Pisani. La raccolta è ancora aperta presso la farmacia di via Pagani. È stato istituito un fondo di solidarietà comunale per l’accoglienza, che attualmente supera gli 11mila euro (è ancora possibile donare: IBAN IT40V0538766781000003557960, causale: Emergenza Ucraina). Le associazioni di volontariato formiginesi aiutano secondo le proprie specificità: Avap e Avis si occupano dei trasporti (ad esempio per visite mediche). Le Caritas territoriali sono attive per far fronte alle necessità materiali (come ad esempio vestiti); mentre TuttoSiMuove onlus si è occupata di fornire arredi per le sistemazioni. L’Oratorio Don Bosco organizza per i bambini attività di socializzazione e alfabetizzazione, oltre a un corso di italiano per gli adulti il mercoledì pomeriggio.
La PGS Smile e la Palestra Gym Box hanno accolto alcuni giovani per dar loro la possibilità di allenarsi e socializzare. L’asd Flik Flak ha messo a disposizione un educatore volontario a supporto dei bambini. Proprio le scuole medie si sono rese protagoniste di una speciale iniziativa solidale: attraverso la preparazione di merende, che ha coinvolto il gruppo del sostegno, insegnanti, studenti e famiglie, sono stati donati più di 4.000 euro all’Associazione Chernobyl, alle Caritas territoriali e alla Parrocchia di Formigine per i progetti di beneficenza verso il popolo ucraino. Oggi sono circa 70 i rifugiati a Formigine, dei quali solo due uomini e per la maggior parte ospitati presso una ventina di famiglie formiginesi.
Nei giorni scorsi, il sindaco Maria Costi e gli assessori hanno incontrato queste famiglie per condividere il percorso assieme a loro. È ancora possibile fornire disponibilità di aiuto e alloggio, telefonando all’Ufficio Relazioni con il  Pubblico ai numeri 059/416333 e 059/416363.
Ricordiamo che il Consiglio comunale dopo la manifestazione ha approvato una mozione per “promuovere una cultura di pace e di rispetto del diritto internazionale”, nella speranza che il conflitto finisca al più presto.

Olena Bachman, ucraina, è un medico specializzata in ginecologia. Ha esercitato la professione presso l’ospedale di Kiev per un quinquennio. Successivamente, a causa della crisi economica degli anni di fine secolo, è stata costretta ad attraversare i confini per raggiungere in Italia il marito, ingegnere meccanico. Si è laureata anche in Italia presso la facoltà di medicina e chirurgia dell’Università degli studi di Milano e, nello stesso tempo, ha cominciato ad apprezzare il nostro paese: ama l’Italia e qui pensa di restare per sempre, ma nel suo cuore sono presenti, e lo rimarranno per sempre, il giallo ed il blu, i colori della bandiera ucraina. Oggi suo padre e suo fratello sono rimasti in Ucraina per difendere il diritto alla libertà. Nel frattempo è forte in lei un sentimento di fattiva solidarietà per i profughi ucraini che si stanno stabilendo a Modena: immediata la decisione di dedicare due pomeriggi di ogni settimana nell’ambulatorio medico a Formigine per visite gratuite e senza prenotazione agli sfollati e, come già fatto in passato, impegnandosi a raccogliere medicinali e ausili farmaceutici da donare ai bisognosi. L’attività ambulatoriale non si limita alla pratica medica ma, in accordo con le autorità e le strutture di emergenza di Modena, fornisce anche consigli utili ed informazioni per la permanenza dei profughi sul territorio nazionale. Olena Bachman si è messa a disposizione delle autorità cittadine facendo traduzioni in russo ed in ucraino coadiuvata dalla figlia Tatiana, laureata in medicina, per le traduzioni in inglese e tedesco.
“Da subito ho accolto nella mia abitazione privata sei persone” racconta la dr.ssa Bachman “che, poi, tramite l’interessamento del sindaco di Palagano, Fabio Braglia e delle Suore di Villa Maria, sono state trasferite in alloggi provvisori in attesa di una definitiva sistemazione. Attualmente ospito due famiglie che hanno dovuto lasciare le loro case e che, grazie alla stretta collaborazione ed al sostegno delle strutture di coordinamento dell’emergenza e delle organizzazioni di volontariato, troveranno a loro volta una adeguata soluzione abitativa”. 
Quali sono i bisogni che le vengono richiesti? “Come medico supporto psicologico, vaccinazioni e prescrizioni di farmaci e poi servono vestiti, cibo, aiuti per come muoversi e tante traduzioni!”
Le chiediamo se i profughi ucraini si aspettavano tutta questa solidarietà: “Quando si scappa da una guerra, si apre uno scenario di incertezza assoluta per sè e i propri cari” termina la dr.ssa Bachman “trovare a distanza di chilometri un paese che con grande generosità ti accoglie, penso sia la cosa più importante che ti possa capitare. Tutti hanno dimostrato molta gratitudine.”

Le testimonianze di chi è in prima linea

Arrivo nel cortile della Croce blu e… il deserto: sì le ambulanze, le auto mediche, i volontari con la pettorina che li distingue, ma dove sono quei piccoli mostriciattoli che le volte scorse, curiosi, mi venivano incontro per salutarmi orgogliosi di conoscere già qualche parola di italiano? Per fortuna compare Anna Perazzelli, la giovane presidente di questa associazione nata nel 1990 quando ancora non esisteva il 118 e i cittadini si rivolgevano ai suoi volontari per avere soccorso, trasporto negli ospedali o nei laboratori. “Sono tutti al luna park! Li abbiamo accompagnati per dar loro la possibilità di divertirsi e trascorrere un pomeriggio su giostre e gustare croccanti e zucchero filato!!!!” mi dice sorridendo felice.

Raccontaci come è iniziata questa avventura, carica di incognite e grandi responsabilità!
“Era il primo sabato pomeriggio di marzo, ricevo dal Comune di Modena la telefonata del responsabile dell’accoglienza dei rifugiati che mi dice di aver esaurito ogni possibilità, ovvero non c’erano più stanze a disposizione per dare un letto a chi si trovava al centro vaccinale. Quando vogliamo intraprendere qualcosa non inerente alla nostra attività è prassi chiedere il permesso al Sindaco, perché la sede della Croce blu è del Comune.
E anche in questa occasione lui si è dimostrato d’accordo. E allora, come sempre succede nelle emergenze, le volontarie ed io ci siamo rimboccate le maniche e liberato i locali dei mobili superflui. Abbiamo una chat che consente di comunicare con circa 500 volontari e ho lanciato un appello.
Ho chiesto letti, reti, materassi, cuscini, lenzuola, coperte… Erano le 14,15 circa e alle 18 avevamo trasformato uno dei nostri edifici e allestito 11 posti letto.
Nonostante siano passati diversi giorni, rimane comunque una situazione d’emergenza: le stanze da letto sono in una sede dove, prima del covid, i vecchietti venivano a fare attività; le docce sono in un altro edificio al piano terra,; la cucina invece è all’ultimo piano.

Chi avete accolto?
Subito due mamme con due ragazze, altre due mamme con i figli piccoli, poi una giovane che ci ha raccontato di essersi laureata da remoto proprio quella mattina.
Li aspettavamo dopo cena e invece sono arrivati prima. Le volontarie si sono messe ai fornelli e due volontari sono andati in pasticceria a comprare le torte.
La neolaureata non se lo aspettava, nessuno se l’aspettava, ma tutti insieme l’abbiamo festeggiata. E questo penso li abbia fatti sentire ben accolti, come in famiglia.

I piccolini sono già inseriti?
Sì vanno all’asilo, i più grandi a scuola e uno è stato iscritto gratuitamente alla polisportiva… e frequenta la scuola di calcio. Per contraccambiare, siccome a noi sono stati regalati due cartoni di calzettoni sportivi, glieli abbiamo donati.

In che modo organizzate, ad esempio, i pasti?
Andiamo assieme a fare la spesa, per il momento paghiamo noi, ma da qualche giorno una banca ci ha regalato 3 mila euro in buoni pasto che utilizziamo per gli alimentari. Poi sono loro stesse che cucinano colazione, pranzo e cena. Una volta hanno preparato per noi volontari il tiramisù. Ma a Pasquetta abbiamo fatto una grigliata ed è stata gradita da tutti.

Come avete organizzato il corso di italiano?
Viene tenuto da un professore in pensione e vi partecipano anche coloro che hanno trovato ospitalità presso famiglie di volontari. Sorprendentemente imparano la nostra lingua in fretta. Certo abbiamo l’aiuto di una traduttrice, qui in Italia da più di vent’anni.

Qualche difficoltà sanitaria?
Una signora di 50 anni ha un tumore a un occhio e il Com, prima, e il reparto oncologico di Genova, poi, si sono messi immediatamente a disposizione.
Dasha, una piccolina vissuta diversi giorni in un bunker, aveva purtroppo preso la polmonite ed è stata curata là da un veterinario, ma arrivata qui aveva bisogno di continuare le cure, almeno la somministrazione di antibiotici. Ovviamente era sabato sera e dove trovavo una pediatra? Tramite conoscenze l’abbiamo rintracciata e la mattina dopo ha visitato la bambina e tutto si è risolto. Sono veramente tanti i gesti di solidarietà.

Informa anche noi
Faccio un primo esempio: Alessandro Ghibellini (per tutti noi Roccia) porta uno dei ragazzi allo stadio e ringrazia Carlo Rivetti per averlo fatto entrare gratuitamente. Il patron del Modena calcio chiede come mai la Croce blu si occupi di rifugiati. Nessuno infatti conosceva questa nostra iniziativa perché abbiamo preferito non dare notizie ai media per preservare la serenità di queste persone che hanno la propria dignità, e certo non sono venute qui per fare baldoria.
Noi, poi, non ci sentiamo di “usarle” per ricevere denaro. Ma Rivetti ha insistito e ci ha dato personalmente un generoso contributo. In un altro caso: arriva una piccola accompagnata dalla mamma che mi chiede aiuto per trovare lavoro. Mi consegna il curriculum, una financial manager!Beh dopo una settimana lei e il marito sono stati assunti nell’azienda di un nostro volontario e con la bambina ora occupano un appartamento messo a disposizione dallo stesso titolare. Un dentista si è reso disponibile a visitare e curare i bimbi gratuitamente. Una parrucchiera ha rimesso in ordine i capelli di tutte, non solo senza chiedere un euro, ma rifiutando persino i prodotti che avevamo messo a sua disposizione.

Attività?
Il Comune ci ha permesso di visitare la Ghirlandina e il Municipio. Poi un giorno siamo stati alla ricerca della loro chiesa greco cattolica, è stata una specie di caccia al tesoro perché non avevamo le informazioni giuste.
Poi, quando sono libere, arrivano anche le nonne che lavorano ormai da anni come badanti, e allora è una festa. Oggi tutti al luna park.

Che notizie dall’Ucraina?
Una delle prime utenze che abbiamo messo è stato il wi-fi. Dopo aver messo a dormire i suoi due figli, una delle donne cerca di collegarsi in video chiamata con il marito che è rimasto a Kharkiv (casa distrutta) che si occupa degli aiuti umanitari. Una delle bimbe mi ha raccontato che gli zii, essendo delle forze dell’Ordine, hanno affidato il loro bimbetto ad una donna che è andata in Francia.
Il papà di un’altra bimbetta è dovuto rimanere in Ucraina, mentre la mamma, che fa la poliziotta, ma è in maternità, ha potuto venire a Modena.
E a proposito c’è stata una bella sorpresa per lei.
Il Silp, il sindacato Cgil di Polizia, si è offerto di organizzare una cena per raccogliere fondi ed è stata invitata la loro collega a raccontare la sua esperienza.
Una grande emozione per lei che è stata accolta con affetto, commozione, solidarietà e se ne è stupita perché, come molti, non conosce la generosità degli italiani.

 

Manuela olivetti, socia di uno studio professionale, è una donna coraggiosa, combattiva, con una fede incrollabile nella solidarietà e generosità, nell’amore e sostegno per chi ha davvero bisogno, come chi fugge da bombardamenti,violenze, distruzione, stupri: la guerra in Ucraina. Sola ha agito, ha messo la famiglia davanti al fatto compiuto e marito e figli non l’hanno delusa, anzi.
Grazie ad un appartamento, sotto il loro, in progetto di ristrutturazione, ora la famiglia Olivetti ospita due famiglie provenienti una da Kiev, l’altra da Pibhehcbka, al nord. “Quando ho saputo della guerra ho provato una paura terribile anche perché ho avuto da subito la sensazione che non ci fosse la volontà di dialogo per una pace imminente”.

Ottenuto il consenso della tua famiglia, chi hai contattato?
“Non è stato semplice. Una volta presa la decisione ho mandato messaggi ovunque, ma nessuno si è fatto vivo. Abbiamo poi letto un articolo su un quotidiano modenese che parlava dell’associazione Fratres Mutinae che avrebbe ospitato rifugiati ucraini. Contattata, dopo pochi giorni sono arrivati Anna, con il nipote di 9 anni Nazarii; quindi Victoria, mamma del piccolo Matteo di 7 mesi, e Susanna, sua sorella. In Italia le ragazze sono arrivate con la madre, che ha trovato subito un lavoro come badante. In Ucraina sono rimasti chi ha deciso di combattere, come ha detto Anna “per la Patria”. Sono due famiglie diverse,che si sono conosciute qui, una del nord e l’altra di Kiev, ma si sono adattate e convivono.”

L’appartamento era in fase di ristrutturazione…
“È quello che mi aveva fatto notare mio marito.
Ma io ho risposto: s’inizia fuori e se ci viviamo noi, sicuramente lo possono fare anche persone che ora non hanno neppure un tetto e un letto. Certo era vuoto, cucina a parte, e allora ci siamo procurati letti, biancheria, divano, mobili. Abbiamo anche il wi-fi per permettere loro di comunicare con chi è rimasto. Anna ha il marito e la sorella, le ragazze hanno il padre, che ovviamente sperano di rivedere vivi presto.

Una volta arrivati in casa vostra, come ti sei mossa: saranno serviti controlli sanitari.
“Per far visitare Matteo dalla pediatra è dovuto intervenire mio marito, medico, perché, dopo 4 miei messaggi, lei non aveva mai risposto. Ora mi ha richiamato, ma nel frattempo mi sono dovuta rivolgere ad un professionista perché quando il piccolino è arrivato, dopo 5 giorni di viaggio, aveva la tosse (questa l’ha curata mio marito) e la congiuntivite (curata da un amico oculista).
E comunque avevo bisogno di confrontarmi con un pediatra perché non mi ricordo più di cosa necessitano i bambini di pochi mesi: i controlli, le vaccinazioni, come svezzarlo… e la sua mamma è poco più di una bambina. Victoria ha compiuto proprio a Modena 18 anni e abbiamo organizzato una piccola festa, anche per farli sentire accettati, di famiglia. Con soddisfazione posso dire che apprezzano lasagne, tortellini, la nostra cucina in generale.

Per l’iscrizione a scuola di Nazarii e Susanna?
È stato un vero calvario: non credendo che Nazarii avesse frequentato la quarta elementare, al Quartiere pretendevano i documenti che lo dimostrassero.

Cosa stai imparando da questa esperienza?
Oltre al grande senso di essere davvero utile per queste persone e il grande affetto che provo per loro, io adoro Matteo!!!! ho imparato a chiedere, non lo avevo mai fatto, non fa parte del mio carattere, ma ho chiamato le mie amiche che hanno negozi di abbigliamento, biancheria e c’è chi, chiedendo, mi ha offerto alcuni mobili. Ho ricevuto molta solidarietà e aiuto concreto dagli amici e dai conoscenti.

 

Presidente dell’Associazione Chernobyl di Maranello, Fiorano, Formigine, OdV, Paolo Fontana, grazie all’esperienza più che ventennale dei volontari e sua, si è trovato a coordinare, assieme ai servizi sociali dei Comuni del Distretto Ceramico, l’accoglienza dei rifugiati ucraini. “Ad eccezione dei due anni scorsi, ci siamo sempre occupati di ospitare nei periodi estivi i bambini che venivano dalle zone contaminate per seguirli nel percorso di risanamento.
Quindi ci siamo messi immediatamente a disposizione.

Come arrivano da voi?
“Sono arrivati con tutti i mezzi possibili: chi in auto, in pulmino, in treno, in pullman… soprattutto qui in zona perché avevo conoscenze o parenti.
Donne con bambini, ma anche due uomini, un anziano ultraottantenne e un papà che era all’estero e ha fatto in modo che la sua famiglia lo raggiungesse da Kiev.”

Dove li avete ospitati?
“Qualcuno ha trovato casa presso i volontari che in passato ospitavano i bambini di Chernobyl o in altre famiglie che ci avevano segnalato la loro disponibilità, altri sono stati alloggiati nella foresteria di Villa Sabbatini, una struttura del Comune di Formigine, ma comunque il problema immediato era la gestione e quindi è stata attivata una rete di sostegno per regolarizzarli, offrire assistenza sanitaria, inserire i bambini nelle scuole, attivare corsi di italiano, organizzare attività sportive…

Quali sono le difficoltà maggiori che avete avuto e che tuttora incontrate?
Come potete immaginare il Governo ha stanziato dei fondi, ma al momento nessuno ha visto un euro e queste persone mangiano tre volte al giorno, come noi.
Se non fosse per le donazioni dei privati, in particolare della Ferrari Auto di Maranello, avremmo dovuto – come spesso succede – provvedere noi volontari.
Come capita ora a chi li ospita in casa propria.
E in futuro non è neppure previsto che queste famiglie vengano in qualche modo rimborsate. Fortunatamente ci sono molte attività del territorio che aiutano.
Qualcuno dei rifugiati è arrivato con qualche dollaro, ma poi sono finiti, i loro bancomat qui non funzionano. Manca il sostegno economico.
Gli adulti vorrebbero anche lavorare e ci sarebbero anche possibilità.
Ma l’iter burocratico è inimmaginabile.

Ma per i rifugiati non dovrebbe essere semplice?
No, molti arrivano con carta d’identità e dopo essere stati registrati dai carabinieri del luogo, dove momentaneamente risiedono, si deve aspettare la chiamata della questura per il permesso di soggiorno e il codice fiscale, senza i quali niente lavoro.
Ma per averli occorre il passaporto e il suo sostituto lo si ottiene solo al Consolato di Milano. Anche l’iter sanitario non è semplice.
Tamponi, vaccinazioni e, solo per l’Emilia Romagna, anche il test di Mantoux per individuare l’infezione di tubercolosi. L’accoglienza, al momento, è solo a carico del volontariato.
L’inserimento dei bimbi sarà, spero, più facile
Ogni scuola agisce in modo diverso, poi c’è la difficoltà della lingua, e del disagio psicologico: non dimentichiamo che questi bambini soffrono per aver abbandonato la loro quotidianità, le loro case, gli affetti, gli amici...

Qualche notizia dall’Ucraina?
Niente di buono. Qualche giorno fa attendevamo due ragazze, ma ne è arrivata solo una. All’altra, del sud di Mariupol, non è stato permesso partire: o si recava ad est = Russia oppure… Ed ora arriva già qualcuno da Odessa. Se i primi a raggiungere l’Italia erano persone di una classe sociale più abbiente e più attenta alla guerra imminente, ora arriva gente veramente provata e con tutte le necessità.

Gli ucraini sono noi

Non è un film: la violazione della sovranità di una nazione; i bambini, le donne, gli anziani feriti, uccisi;  la devastazione di un paese indipendente. E noi, che non abbiamo conosciuto la guerra (se non nei racconti dei nostri nonni o genitori o dai documentari) vedendo le immagini di bombe che massacrano innocenti nel cuore dell’Europa, a poche centinaia di chilometri dal confine italiano, ci sentiamo sopraffatti, fragili, impauriti. Nello stesso tempo, però, ci siamo immedesimati immediatamente in chi è fuggito con la speranza di salvarsi almeno la vita. Con generosità abbiamo consolidato il senso di solidarietà e mai, prima d’ora, si è constatato così forte il desiderio sincero e tangibile dei cittadini italiani, dei modenesi in particolare, di aiutare chi è riuscito a mettersi in salvo.
Perché? Perché gli ucraini sono noi: persone con figli, un lavoro, una casa, un progetto di vita e con la grande necessità che tutto finisca per ritornare a riavere ciò che ora non hanno più.
Daniela Moscatti

 

Vademecum per
la regolarizzazione
dei rifugiati

Questura: segnalazione di presenza
Informazioni generali
Cosa fare per regolarizzare la posizione sul territorio italiano nei 90 giorni di permanenza: il cittadino ucraino in possesso di passaporto biometrico è esentato dal visto d’ingresso e può permanere sul territorio italiano fino ad un massimo di 90 giorni dal momento dell’ingresso nell’area Schengen. Cosa si deve fare per regolarizzare la posizione sul territorio italiano dopo i 90 giorni di permanenza: se si decide di rimanere in Italia oltre i 90 giorni deve presentarti presso la Questura-Ufficio Immigrazione di Modena per ricevere tutte le informazioni necessarie sulle diverse possibilità di permanenza regolare sul territorio italiano.
Dove andare a Modena
Quando arriva a Modena si deve presentare entro 8 giorni alla Questura per comunicare la sua presenza sul territorio, segnalando un indirizzo dove poter ricevere le successive comunicazioni. A seguito della regolarizzazione della presenza la Questura rilascia il permesso temporaneo e il Codice Fiscale. Questura - Via Palatucci, 15. Orari: dal lunedì al sabato dalle ore 8.00 alle ore 13.00. Sono aperti due sportelli per fornire informazioni e accompagnare all’accoglienza educativa e scolastica le bambine e i bambini oltre che le ragazze e ragazzi ucraini presenti a Modena:
• Sportello 1 - Settore Servizi Educativi
Via Galaverna,8 3°piano - Tel. 059.2033884
Orari: lunedì e giovedì 8.30-13.00 e 14.30-17.45
Email: dirittoistruzione.ukr@comune.modena.it
• Sportello 2 – Settore Servizi Educativi MEMO
Viale Jacopo Barozzi, 172
Orari: martedì, mercoledì e venerdì 8.30-13.30
Tel. 059.2034331 – 339.6891186
Email: dirittoistruzione.ukr@comune.modena.it
Assistenza veterinaria
Gli animali da compagnia (cani, gatti o altri animali) possono rimanere per tutto il periodo in cui il rifugiato permane in Italia. È necessario però avvisare tempestivamente il Servizio Veterinario dell’AUSL del luogo di destinazione, per poter effettuare sull’animale la registrazione nell’anagrafe regionale degli animali da affezione, i controlli e gli accertamenti sanitari previsti dalla normativa Comunitaria in vigore sugli spostamenti di questi animali da uno Stato a un altro. Gli animali saranno registrati in anagrafe, identificati con microchip, e sarà fatta la profilassi antirabbica.

Dove rivolgersi a Modena
Tel. 059 3963185
Email: servetmo@ausl.mo.it
In caso di bisogno di generi di prima necessità, ti puoi rivolgere a:
Emporio Sociale di Modena “Portobello”
Via Divisione Acqui, 81 - Tel. 347 6253192
Orari dal 21 al 27 marzo: martedì 12.30 -15.30; venerdì 8.40 -18.00; sabato 13 - 18.00
All’emporio si potranno ricevere generi alimentari e beni per l’igiene personale. È necessario portare il passaporto o altro documento di riconoscimento. Il Comune di Modena raccoglie disponibilità di alloggi per l’accoglienza di profughi provenienti dall’Ucraina. Gli alloggi/appartamenti saranno segnalati per il sistema di accoglienza gestito dalla Prefettura di Modena, attraverso cooperative sociali e enti gestori.
Si chiede ai proprietari una disponibilità:
• a locare i propri alloggi per un tempo minimo di un anno
• a contrattualizzarsi direttamente coi gestori dei CAS (centri di accoglienza straordinaria) individuati dalla Prefettura di Modena.
I proprietari interessati verranno contattati per la proposta di contratto prevista dalle norme direttamente dai gestori.
Per segnalare alloggi situati nel Comune di Modena, da mettere a disposizione dell’accoglienza di cittadini ucraini a seguito dell’emergenza attualmente in corso è possibile utilizzare i seguenti contatti:
• alloggi.ucraina@comune.modena.it
• Tel. 059/2033309
• La Regione Emilia Romagna ha avviato una raccolta fondi che verranno impiegati per l’assistenza e aiuti umanitari ai profughi della guerra in corso in Ucraina.
• Indicazioni per effettuare il versamento
causale “EMERGENZA UCRAINA”
Iban: IT69G0200802435000104428964.
Dall’estero, codice Bic Swift: UNCRITM1BA2.
• Il conto corrente è intestato all’Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile dell’Emilia-Romagna.
Raccolta di beni di prima necessità
• Il Comune di Modena, la Caritas diocesana e l’Emporio sociale Portobello promuovono una raccolta di beni di prima necessità destinati alla popolazione ucraina.
• In questo momento vengono raccolti esclusivamente farmaci secondo una lista fornita dalla Croce Rossa Italiana, non appena saranno individuati i canali sicuri per la consegna di generi di prima necessità in loco verrà aperta la raccolta di quanto necessario.
• Le associazioni di volontariato e no profit del territorio possono contattare:
Emporio Portobello - Via Divisioni Acqui, 81
Tel. 3476253192 Email: volontari.portobello@gmail.com.

 
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