E. MARINELLA NAPOLI

DIARIO DI FAMIGLIA, INCHIOSTRATO CON CENTENARI FILI DI SETA

testo e foto Francesca Pradella 10photography.com


Honoré De Balzac diceva che
‘tutta la felicità dipende dal coraggio e dal lavoro’.

Parole che, per prime, mi sono venute in mente, mentre converso con il Dott. Maurizio Marinella, Amministratore Unico dell’azienda, una laurea in Economia e Commercio ottenuta nei ritagli in cui non dedicava letteralmente anima e corpo allo storico marchio. “È il racconto di un miracolo italiano. Una ‘storia vera’, se volessimo citare l’omonima canzone di Fabrizio DeAndré”.
Esordisce con queste parole alle quali anche i più profani possono credere. Tutto nasce da 20mq, il 26 giugno 1914, in Piazza Vittoria: ogni giorno, la porta si apre, da allora, alle 6:30. Parte della terza generazione di un’attività che è sinonimo di Napoli, Maurizio è stato preceduto dal fondatore, suo nonno Don Eugenio, che aveva il sogno di portare un angolo di Inghilterra proprio in terra partenopea.
Il padre Luigi e suo figlio Alessandro, completano il quadro di un mondo che ha come colonne portanti qualità, tradizione ma anche una considerevole capacità di adattarsi ai tempi. Nel 2024, infatti, E. Marinella celebra i suoi 110 anni, un traguardo non scontato per un brand a conduzione familiare. “Una storia napoletana, italiana, di artigianato, perché realizziamo i nostri prodotti a mano. Motivo di orgoglio, con la voglia di proiettare qui come nel mondo una bella Italia, che lavora e crede nella propria forza”. Gironzolava ed aiutava in negozio da quando aveva 8 anni e si legge nello sguardo la soddisfazione ma anche il sacrificio del riuscire a superare tempi, mode ed economie. “Il sogno di nonno era di portare un pezzo di quel paese anche qui a Napoli. C’è riuscito e, tutt’ora, mi reco ogni tre mesi vicino Manchester con i miei disegni, per far produrre le nostre stampe uniche ed originali. Siamo ora con punti vendita in diverse parti del mondo, da Tokyo a Milano, ed i nostri prodotti sono venduti in esclusiva anche a New York”.
Quando si pensa a E. Marinella, il prodotto di punta, “cannibale” di tutto il resto, usando la stessa metafora di Maurizio, è la cravatta. Emblematica, elegante, simbolo di costume ma anche di sofisticatezza, pur essendo meno in uso ai giorni nostri. Ma è proprio qui che questa navigata stirpe ha saputo cogliere un ulteriore e prestigioso posto del mercato: inglobando anche quello femminile, attraverso la creazione di esclusivi foulard, fazzoletti e persino, appunto, cravatte, per la raffinata cliente ideale del brand.
“Siamo lieti di vedere arrivare in negozio anche tanti giovani, grazie al prezioso contributo di mio figlio Alessandro; per le donne, abbiamo persino creato uno speciale tipo di cravatta, sottile ed elegante, capace di trasformarsi in bretelle. Acquistare E. Marinella significa investire nel pregio, nel valore. Siamo da sempre specialisti della seta, un’arte difficile da portare avanti; tanti vogliono fare i designer, pochi sono disposti a metterci la manodopera. Mi sono recato più volte al Ministero per proporre la creazione di una Università degli Antichi Mestieri, da replicare in tutta Italia.
I governi cadono e diventa malagevole riuscire, ma non ci arrendiamo. Per non vedere perire uno dei fiori all’occhiello del nostro Paese, che tutto il mondo rispetta, ama ed ammira”.
La passione tracima mentre un sole caldo ma gentile, splende fra le palme del lungomare. “Sostenere l’artigianato in Italia, è complicato, specie per chi parte da zero. Quello che, credo, ci ha permesso di resistere a tanti cambiamenti, è proprio l’entusiasmo; credere in ciò che si sta facendo, portare avanti un’idea. Siamo un nome divenuto sinonimo di napoletanità, accanto a Maradona, Totò, San Gennaro.. che ci fa onore, ma, sul riuscire a compiere davvero i miracoli, dobbiamo lavorarci ancora un pò!”, scherza Maurizio, che continua a mettere presenza e faccia proprio nel rinomato negozio sulla riviera di Chiaia. “La soddisfazione più grande è aver conosciuto ed aver ricevuto apprezzamenti da personaggi illustri, come Bill Clinton, Re Felipe o George Bush, oltre a tante altre figure internazionali. Dieci giorni fa ero con la squadra della Coppa Davis, premiata dal Presidente Mattarella: hanno voluto noi, le nostre cravatte. Non è mai un riconoscimento scontato, anche dopo tutti questi anni. Il mercato femminile è esploso quando, durante occasioni speciali, ci venivano commissionati anche foulard; abbiamo intravisto un potenziale e ne è nata una branca felice di cui siamo altrettanto orgogliosi”.
Mi viene dato anche uno scoop che testimonia la malleabilità dell’azienda nei confronti delle spinte del mercato: a Milano, questo mese (febbraio 2024, ndr), E. Marinella svelerà un peculiare tributo alla Nintendo, la famosa azienda giapponese specializzata nella produzione di console e videogiochi. Il personaggio Donkey Kong, gorilla creato nel 1981, che indossa una cravatta a petto nudo, ne porterà una proprio dal marchio napoletano.
“Pur sentendo questo mondo un pò più lontano dalla mia generazione, devo dire che questi progetti mi divertono molto. Abbiamo anche assunto una decina di giovani che si occupano di comunicazione. Sapersi re-inventare, mantenendo una coerenza sul proprio valore aziendale, è un’ulteriore chiave per sopravvivere alle tempeste di questo mondo. Dal punto di vista della sostenibilità, collaboriamo con Orange Fiber, creando prodotti con un materiale ottenuto dal macero delle bucce d’arancia. Anche diversificare, è un plus da non sottovalutare”.
Ho la cortese opportunità di visitare e fotografare il laboratorio dove vengono create le cravatte.
Un gineceo di abilissime artigiane, che mi sorridono mentre scatto le foto per l’articolo. Queste “parche” talentose e gentili, sono un tesoro del nostro artigianato: chissà che a qualcuno o qualcuna delle nuove generazioni non nasca il desiderio di farsi passare il loro magico filo.
Con gli occhi pieni di colore, sete luccicanti ed il profumo del legno del negozio che racconta tanto anche senza poter parlare, mi ritrovo felice nel poter condividere con Lettrici e Lettori di Profilo Donna Magazine una favola reale di professionalità, garbo, determinazione e serietà.
Una ‘Marinella’ che vive e vivrà ben più di un giorno.

 
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