Progetto Donne e Futuro

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mentor Sono 14 le mentor che hanno aderito al Progetto Donne e Futuro in soli dieci mesi di promozione dei contenuti sul territorio italiano, sei le studentesse premiate.
Quattro le regioni coinvolte finora: Liguria, Piemonte, Lombardia, Veneto. E presto anche altre città accoglieranno questo percorso innovativo che vuole imprimere accelerazione alla crescita del talento femminile, facendo leva sul merito e sulla riscoperta delle ricchezze territoriali.
Role model, tutoraggio e womenomics territoriale sono gli strumenti individuati come efficaci per incanalare le capacità e le eccellenze delle giovani leve e l’esperienza e i meriti delle professioniste senior. «Un progetto che riguarda le donne e si preoccupa di costruire un futuro che vogliamo sia connotato di certe caratteristiche nostre, cioè femminili, che fanno risalire a quell’esperienza di crescita che abbiamo fatto fino ad oggi nel mondo del lavoro affermandosi in più settori» ha spiegato a Milano davanti a un pubblico gremito l’avvocato Cristina Rossello. «E finalmente essere per la prima volta nella storia del nostro paese delle mentor, cioè tutrici della formazione di altre leve femminili».
In Lombardia il Progetto sta coinvolgendo venti istituti della città di Milano, in diversi settori professionali, all’interno dei quali saranno scelte, con criteri meritocratici, giovani studentesse che si affacciano al mondo del lavoro nei settori di eccellenza del territorio. Le giovani, in veste di pupil, vengono affiancate da mentor, vale a dire donne che si sono distinte per l’eccellenza e dalla cui esperienza derivano un prezioso know how e principi di etica professionale imprescindibili. Lea Pericoli, Liliana Cosi, Pina Amarelli, Barbara Stefanelli, Cristina Finocchi Mahne, Ilaria Branca, Alida Catella. Questi i nomi delle mentor che hanno accolto con entusiasmo il progetto e dato la loro disponibilità a seguire un percorso di crescita e di accelerazione al talento, da sempre sostenuto dall’associazione culturale no profit Donne del 2000 e da Profilo Donna e ora da Progetto Donne e Futuro. Il percorso di mentoring sarà presto avviato anche al Parlamento Europeo, grazie all’iniziativa di Jessica Trombin, assistente europarlamentare a Bruxelles, a livello internazionale da Giulia Belloni, partner Russell Reynolds Associates, e in Italia con Fulvia Guazzone Amministratore Delegato Liberitutti che ha presentato “Latuaideadimpresa”, l’autoimprenditorialità degli studenti italiani online, SFC Confindustria a Progetto Donne e Futuro.

Poche donne nei CdA e nel top management, nonostante ci siano studi che dimostrano un forte collegamento tra la composizione delle squadre di alta direzione miste, cioè formate da uomini e donne, e le migliori performance delle aziende.
Questo è quanto si evince dall’osservatorio di Progetto Donne e Futuro, dagli interventi dei relatori moderati dalla giornalista del Corriere della Sera Maria Silvia Sacchi, firma del Corriere Economia. «Non sono le donne a essere più brave in quanto donne, ma ciò che fa la vera differenza è l’impatto, per l’azienda, che proviene dall’azione di squadre di alta direzione formate da maschi e femmine, con stili di leadership disomogenei, approcci strategici differenti tra loro e una particolare attenzione alla diversity» ha sottolineato Donatella Ceccarelli dirigente di Merrill Lynch. «Il problema è che il tema del dare una maggiore diversità all’interno del consiglio di amministrazione non fa parte dell’agenda di molti consigli di amministrazione. Per quanto questo sia un argomento di cui si parla sui quotidiani, in televisione, in Parlamento, perchè abbiamo una legge in discussione, fatto sta che ad alcuni l’argomento non piace, un rifiuto di imposizioni esterne (cercare una donna da inserire in CdA, ndr)» ha precisato Monica Pesce Presidente del Board di Professional Women’s Association Milano. Ed è riemerso il dato che l’80% degli acquisti è fatto da donne e alcuni prodotti sono solamente per le donne: com’è possibile che i CdA non si pongano il problema della presenza femminile al loro interno? Gioacchino Attanzio, Presidente dell’Associazione Italiana delle Aziende Familiari ha riportato i dati raccolti dall’osservatorio Cattedra AIdAF Alberto Falck di Strategia delle Aziende Familiari: «nel 2000 le donne leader aziendali erano 8,4% e sono passate al 9,8 %, i consiglieri donna dal 17,6 al 18,5 %. Le donne un ruolo lo hanno sempre avuto, ma tanto si parla e le donne non arrivano ai vertici aziendali: è il caso di dire “tanto rumore per nulla”. Le donne hanno una loro cultura specifica e un approccio al business e alle relazioni che è completamente diverso. Dove l’uomo usa prevalentemente confronto, competizione, gerarchia, libertà, status, la donna prevale con l’indipendenza, la collaborazione, l’interdipendenza, la condivisione, l’ascolto, il prendersi cura degli altri e qui entriamo nel tema del tutoraggio». E Attanzio ha concluso precisando che «nelle aziende piccole ci sono più donne nei CdA rispetto alle grandi».
Progetto Donne e Futuro dà molta attenzione al passaggio dal mondo scuola-università al mondo lavorativo. Come sottolineato da Maurizia Iachino, partner Key2People e Governance practice leader nonché presidente dell’Osservatorio legato al Progetto Donne e Futuro, sono tre i fatti che rendono particolare il momento d’ingresso nel mondo del lavoro. Si tratta di cliché che vengono ricondotti a «un sistema sociale culturale che si autoalimenta, che premia la prassi dove i ruoli di leadership vengono affidati ai maschi perchè si pensa a loro come più autonomi e competitivi; esiste poi un pregiudizio nelle prassi di selezione delle aziende che tendono a dare una valutazione sull’età (quindi sulla maternità), sulla disponibilità a muoversi e trasferirsi - tema oggi veramente superato - e senza chiedere alle interlocutrici. Infine si pensa che le donne arrivino da facoltà umanistiche e siano per questo destinate a ruoli di staff. Bisogna aiutare le ragazze che riceveranno il premio di Progetto Donne e Futuro a riflettere su quello che le attende, su queste difficoltà».
Marina Brogi, Professore Ordinario all’Università La Sapienza di Roma è intervenuta sull’importanza dei modelli. «È apprezzabile il Progetto Donne e Futuro perchè sarà il punto di partenza di tante giovani italiane che potranno essere un esempio di cambiamento nel paese. Cercare persone da cui imparare, degli in-segnanti ossia persone che mettono un segno nella nostra personalità. Nelle nostre università italiane 50% degli studenti sono donne, spesso fanno carriera migliore dei loro compagni di corso ma senza aver incontrato un’in-segnante (donna)». Lucio Colantuoni, docente di Diritto Sportivo e Contratti Sportivi all’Università degli Studi di Milano è intervenuto sulla nostra legge sportiva in Italia. «La legge 23 marzo 1981 n. 91 sul professionismo sportivo prevede soltanto che vi sia professionismo negli sport previsti dal CONI. Sono sport di squadra in cui la componente femminile (vedi ad esempio il calcio) non può essere declinata al femmnile. Non si applicano alle donne le tutele e le caratteristiche contrattuali che esistono per gli uomini professionisti. Negli sport individuali è diverso: se un’atleta eccelle ed è capace di affermarsi potrà poi tutalersi al meglio dal punto di vista contrattuale».
Antonella Granero, giornalista del Secolo XIX, ha riportato numeri significativi sulla presenza femminile nel settore dell’informazione. «Il numero delle giornaliste è in lenta e costante crescita, circa 0,2 punti percentuali l’anno. Circa 15 mila le giornaliste in Italia» ha illustrato Granero. «Ma la forbice di differenza retributiva è ampia: nella fascia d’ingresso esiste una differenza salariale di mille euro tra uomo e donna, fino ad arrivare a 18mila euro di differenza retributiva annua per la fascia più alta. Per quanto riguarda la carriera, il numero di direttori donna in Italia è 82, ma per quanto riguarda i quotidiani, le donne direttore sono solamente 5 così come i vicedirettori, 67 i capiredattore». Daniela Montemerlo, Professore Associato di Economia Aziendale e Family Business all’Università dell’Insubria e Professore di Strategia delle Aziende Familiari all’Università Bocconi, ha focalizzato l’attenzione sull’importanza di sviluppare la capacità di fare analisi profonde. «È importante conoscere le peculiarità di genere, che sono possibilità che uomini e donne hanno. Dobbiamo aiutare tutti i giovani - uomini e donne che siano - a maturare giudizi singoli, personali, originali, e profondi. E a tradurre i loro giudizi in un contributo alla realtà, in azioni: aiutare i giovani a sviluppare la maturità di genere».
A fare gli onori di casa a Palazzo Reale di Milano è stata l’Assessore alla Famiglia, Scuola e Politiche Sociali Mariolina Moioli che ha descritto il Progetto Donne e Futuro come un «disegno in cui le donne aiutano le donne giovani». «Secondo me è un’opportunità straordinaria e un dato di solidarietà di cui c’è un gran bisogno» ha spiegato Mariolina Moioli. «Aiutare le ragazze brave che da sole farebbero molta più fatica, scegliendo con serietà e consapevolezza dei talenti, è necessario perché soltanto così, da una consapevolezza e pensando alla fatica che si è fatta, è possibile restituire ad altre persone arricchendo la società con quell’atteggiamento di dono che ci deve caratterizzare. Le donne sono oggi una presenza importante. Il processo culturale avviene inesorabilmente e necessariamente.
Una società in crisi come la nostra o si rifonda su risorse autententiche e nuove oppure non ha futuro: noi abbiamo questa responsabilità sociale. C’è un risorsa inesplorata, che include anche il talento femminile. Lo strumento obbligato di mettere nei CdA più donne va benissimo, ma come capacità di scelta del meglio che c’è: e non perchè sei donna».
L’avv. Cristina Rossello infine ha ringraziato il Sindaco di Milano Letizia Moratti e l’Assessore Moioli per la sensibilità dimostrata a favore di questo progetto che, non volendolo coinvolgere in nessuna campagna elettorale, è stato promosso a Palazzo Reale e non a Palazzo Marino per evitare strumentalizzazioni elettorali, mostrando rispetto nei confronti delle opposizioni che su questo progetto convergono con entusiamo come scrive il Segretario del Partito Democratico Pierluigi
Bersani: “Il Progetto Donne e Futuro è un tassello importante per il dibattito culturale e politico del nostro Paese. In una fase triste segnata da una vergognosa e inaccettabile rappresentazione pubblica delle donne, insistere sulla potenzialità delle risorse femminili per la crescita e la qualità dello sviluppo dell’Italia e decisivo.” Il tema infatti è caro a tutte le donne di destra e di sinistra.

Alessandria e Verona: mentoring e borse di studio
Progetto Donne e Futuro, dopo l’avvio in Liguria, è stato presentato alle Regioni Piemonte (Torino, 23 gennaio 2011), Lombardia (Milano, 2 maggio 2011) e Veneto (6 maggio 2011). In Piemonte il Progetto si è peraltro già diffuso territorialmente, essendo stato ospitato ad Alessandria (8 aprile 2011). Dopo le quattro ragazze di Savona sono state così premiate altre giovani studentesse che hanno quindi intrapreso il percorso di mentoring con borsa di studio.
Aurora Di Scalfani è la prima premiata del Progetto Donne e Futuro in Piemonte. Laureanda in scienze viticole ed enologiche, una branca specialistica presso la facoltà di Agraria dell’università di Torino, la sua premiazione dà il via alla valorizzazione delle eccellenze piemontesi con particolare riferimento al settore enologico del Monferrato. La tesi a cui Aurora Di Sclafani sta lavorando presso il centro servizi e ricerca in enologia e viticoltura Enosis Meraviglia, si colloca nell’ambito del progetto di omologazione di cloni di varietà autoctone calabresi del campo sperimentale sito in Calabria presso l’azienda Librandi in collaborazione con l’Università di Torino. In particolare lo studio è volto all’indagine di composti varietali di uve Gaglioppo, Magliotto, Arvino, Pecorello Bianco e alla caratterizzazione del profilo sensoriale dei vini ottenuti dalle microvinificazioni di queste uve nella cantina sperimentale di Enosis. La madrina di Aurora Di Sclafani è l’avvocato Tiziana Rota, sommelier professionista.

La prima giovane studentessa veneta a ricevere il premio legato a Progetto Donne e Futuro è Martina Calore ricercatrice in Scienze Cardiovascolari presso l’Università degli Studi di Padova, sotto la supervisione della professoressa Alessandra Rampazzo Professore Associato presso il dipartimento di Biologia della stessa Università e scienziata che ha scoperto quattro geni che causano quell’aritmia che a sua volta causa la morte improvvisa di giovani sportivi. Il Progetto Donne e Futuro è stato avviato in Veneto il 6 maggio con la presentazione dei contenuti al Circolo Ufficiali dell’Esercito di Verona.
A Martina Calore è stata consegnata una borsa di studio per la prosecuzione della ricerca. Madrine della premiazione e del percorso di tutoraggio sono la professoressa Alessandra Rampazzo e la professoressa Loredana Vido docente della Scuola di Specialità di Scienze dell’Alimentazione dell’Università di Padova che ha accolto in Veneto il Progetto ideato e promosso dall’avvocato Cristina Rossello. «Durante la prima parte del mio dottorato ho effettuato una ricerca di mutazioni nei geni noti della cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro per identificare in quei soggetti quale fosse la causa molecolare.
Ora sto cercando di capire quali altri geni possono essere coinvolti nella malattia - ha spiegato Martina Calore -. Sto facendo uno screening di mutazioni di un gene non ancora coinvolto nella malattia, nei soggetti trovati negativi per tutti i geni malattia noti. E abbiamo dati interessanti che speriamo di poter pubblicare presto in una rivista internazionale».

 


 
 
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