ASTRONOMIADA RED CARPET

FRA VECCHIE STELLE, NEPO-METEORE E GIOVANI ECLISSI

foto e testo di Francesca Pradella - www.10photography.com

Osservando photocall e red carpet alla 76esima edizione del Festival del Cinema Internazionale di Cannes, l’anomalia del mercato cinematografico diviene subito evidente: non esiste una generazione di giovani capace di eguagliare in star status, i divi e le dive del passato. Con il tapis-rouge fin troppo spesso invaso da nepo-babies (i cosiddetti “figli/e di“), presenti sicuro per privilegio e non sempre, con stessa vivida certezza, per talento. Lily Rose Depp, figlia di Johnny, protagonista di una controversa serie HBO, The idol, insieme a The Weeknd/Abel Tesfaye. Diretto da Sam Levinson, uno dei creatori di Euphoria, assistiamo ad un crudo e discutibilmente esplicito ritratto di una pop star ed il suo disperato bisogno di fama, passando attraverso oscuri nightclub e crudeli sfruttatori. Anche suo padre, con non poche polemiche, presenzia su suolo francese, perché recita nel film di apertura della mostra, Jeanne du Barry - la favorita del Re, dove interpreta Luigi XV. L’attore appare molto meno espansivo in pubblico, rispetto ad un tempo, probabilmente provato dalle vicende giudiziarie con la ex moglie, Amber Heard, che per diversi anni lo hanno visto “troneggiare”, più che altro, nelle aule giudiziarie. Salta gli after party e in conferenza stampa, tuona: “Non mi sento boicottato da Hollywood perché non penso a Hollywood”. Il pirata e l’uva? Palma d’oro onoraria all’ottantenne Harrison Ford, in croisette per l’anteprima mondiale di Indiana Jones e il quadrante del destino. A 15 anni di distanza dall’ultima pellicola della saga, non troviamo più Spielberg a dirigerlo ma James Mangold. Protagonista anche un’altra nepo baby di famiglia inglese alto borghese, Phoebe Waller-Bridge, arrivata accanto al compagno e regista Martin McDonagh. Ford si commuove per gli applausi ricevuti in sala, stretto accanto alla moglie, l’attrice nota soprattutto per la serie Ally McBeal, Calista Flockhart. Alla prima, presenti anche il CEO di Disney, Bob Iger ed il “cattivo” del film, il danese Mads Mikkelsen. Altro veterano del grande schermo, con due premi Oscar come miglior attore protagonista alle spalle per Wall Street ed Attrazione Fatale, Michael Douglas incede visibilmente grato fra i flash dei fotografi, sorridendo vicino alla moglie, l’attrice Catherine Zeta Jones e, da aggiungere all’elenco nepo, la figlia Carys. Anche a lui, la palma onoraria. Classe 1944, bandiera di un cinema che è ormai al crepuscolo, quello delle megastar dall’impareggiabile potenza al botteghino. In realtà, lui stesso figlio d’arte, che vanta un terzo Academy Award ma da produttore, grazie ai diritti ottenuti attraverso il padre Kirk, per Qualcuno volò sul nido del cuculo - Jack Nicholson portò a casa la statuetta di miglior attore, in quel caso. La lista dei figli e delle figlie di, non è ancora finita: ecco comparire Iris Law, modella e figlia dell’attore Jude. Tra il pubblico anche le “nobili figlie”, Charlotte Casiraghi e Beatrice Borromeo, per coprire la casella di eredi famosi, non solo del mondo del cinema. Persino la madrina, Chiara Mastroianni, attrice amatissima in Francia, ha come mamma il volto di questa edizione: Catherine Deneuve, che trionfa sulla locandina di Cannes 76, in un ritratto in bianco e nero scattato nel 1968 da Jack Garofalo, durante le riprese del film di Alain Cavalier, La Chamade.Al photocall di Rosalie, film non in gara ma presente per la rassegna un certain regard, Benjamin Biolay si stringe alla figlia Anna, che, neanche a dirlo, segue le orme del padre con la recitazione. In questo prepotente susseguirsi di stelle vegliarde, è lecito domandarsi se, fra le giovani meteore, nascerà qualche talentosa e self-made supernova. Certo è che anche il calo delle presenze di YouTuber, Tiktoker, Influencer, rende ancora più evidente l’assenza di una granitica presenza attoriale under 30. Elle Fanning, attrice americana classe 1998, in una recente intervista, afferma di aver perso una parte importante in quanto non in possesso di sufficienti follower su Instagram. Il rischio di una implosione di questa industria veloce ed evanescente, con gli sceneggiatori in sciopero negli Stati Uniti per i ritmi insostenibili e le paghe inaccettabili, è spaventosamente dietro l’angolo. L’entropia del cinema fatto per il cinema, derogato dal marketing dei like, degli engagement rate e delle visualizzazioni, è sempre più un vulcano pronto ad eruttare. E non basterà un archeologo con la frusta, a costringere l’ingresso del pubblico nelle sempre più vuote sale. Una realtà gradita ai Gordon Gekko che si nutrono di questa avarizia, ma spaccacuore per i moderni Salvatore Di Vita. 

 
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