PIÙ CHE UNA SCELTA DI MODA, UNA QUESTIONE DI STILE. IL VINTAGE SPOPOLA NELLO STREETWEAR E TRIONFA SUL RED CARPET. PER ESSERE GLAM BASTA UN "DETTAGLIO", PERFETTO SE È UN BIJOU.
Il gusto di personalizzare il proprio look e di sottolineare il proprio stile con un abito, un accessorio o un dettaglio vagamente demodé, non è mai tramontato. Soprattutto tra collezionisti, amatori e compulsivi del bello ad ogni costo. Ma oggi l'inclinazione al vintage è diventata una vera mania da fashion victim.
In serie non piace, in batteria, da catalogo o da passerella ancora meno. Per essere davvero glam e davvero up to date, celebrità e high society combinano pezzi diversi e scombinano la visione delle griffe. In un irrefrenabile impulso a smentire la passione per il logo, il marchio, la casa di moda altisonante, e perciò pop, e in un altrettanto fatale incantamento per ciò che è bello, stiloso, unico e irripetibile, cultrici della moda e indefesse praticanti dello shopping accolgono la lezione delle fashion icon che al vintage, abito e accessorio, ispirano ogni epifania. Una su tutte: Michelle Obama. Forse nessuno avrebbe azzardato scommesse, ma Michelle ce l'ha fatta. Con i suoi bijoux ha recuperato una tradizione consolidata negli Stati Uniti e ne ha fatto uno stile. Con Michelle o contro di lei. E la verità è che sono tutte con lei. I suoi abiti e gli accessori che indossa in ogni apparizione pubblica fanno notizia: piacciono e con loro, piace questa donna volitiva, madre e moglie, per Forbes la donna più potente del mondo. I blog dedicati alle sue mise non si contano, paginate di giornali e foto à gogo sulle agenzie di stampa fanno il resto. "Everyday Icon" è il titolo dell'ultimo libro a lei dedicato, firmato Kate Betts, e recentemente presentato a New York in un esclusivo lunch al BG Restaurant di Begdorf Goodman. La First Lady non tradisce la tradizione, la rinnova. Per Mamie Eisenhower e Jackie Kennedy erano designer contemporanei cui accordare il privilegio di una scelta libera e, infine, frivola. La prima affidò a Trifari la creazione di una parure per la cerimonia di insediamento del marito, la seconda inaugurò un lungo rapporto di collaborazione con Kenneth Jay Lane, uno dei bijoutier più celebrati d'America. Per Michelle Obama sono i nomi di una trascorsa ma ineguagliabile stagione di creatività made in USA. Si tratta di bijoux firmati Trifari, Miriam Haskell, Har, Stanley Hagler, Selro… Ornamenti non preziosi ma insostituibili: dalle forme originali e distinte, curiosamente polimaterici, liberati dall'economia del metallo e delle pietre di pregio, valorizzati dall'eterogeneità e dalle potenzialità espressive di cristalli, bacheliti, luciti e paste di vetro. Questi bijoux, prodotti in serie e frequentemente rifiniti a mano, creati da emigranti italiani, francesi e russi, ottennero negli anni '40 e, ancor di più, negli anni '50 un enorme successo.
Non soffrirono mai di una supposta inferiorità rispetto al gioiello prezioso ma furono esaltati, comprati e sfoggiati in tutte le occasioni mondane e mediatiche. Da Hollywood a Washington, il bijoux superò lo status di surrogato, di copia, di cui ancora pativa in Europa al di fuori del circuito dell'alta moda, per diventare paradossalmente un orpello necessario, un ornamento imprescindibile. Con il profumo, il tratto distintivo di una donna. Oggi sono ricercatissimi. Le valutazioni dei singoli pezzi variano per epoca, materiali, firma e rarità.
Il sogno americano, nella sua versione più effimera, nelle boutique di tutto il mondo costa da poche decine a qualche migliaio di euro. A ciascuna il suo.
Dove e come comprare vintage? Abiti, accessori e bijoux d'epoca si materializzano nelle strade di tutta Italia, in boutique, mercati e fiere. Come scegliere un pezzo originale? Come coglierne il vero valore, oltre il prezzo esposto? Il vintage è testimonianza dell'evoluzione del gusto, della storia del costume, dei mutamenti sociali ed economici. Oltre il movimento ondivago della moda, il vintage è testimonianza di uno stile e della sua persistenza. Acquistare vintage significa comprare una storia e arricchire la propria storia con quella di chi ha creato e di chi ha indossato quell'abito, di chi ha cucito e di chi ha calzato quelle scarpe, di chi ha forgiato e di chi ha vestito quella spilla. Il vintage non si espone, si interpreta. Perché con molta grazia, il vintage ci rivela. Ecco perchè, anche nella scelta dell'effimero, è importante rivolgersi a chi con professionalità ricerca e seleziona la moda del passato.
Una guida alle migliori boutique d'Italia è reperibile in appendice alla versione italiana di "Passione Vintage", il romanzo che Isabel Wollf ha dedicato ad uno dei fenomeni di costume più intriganti degli ultimi anni e che in pochi mesi si è guadagnato il titolo di best seller negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e in Francia, dove ha venduto più di un milione di copie (www.leggereditore.it).