Il grande soprano celebrato a Profilo Donna

a cura di Cristina Bicciocchi
L’omaggio a Mirella Freni è nato dall'incontro di Cristina Bicciocchi con Micaela Magiera figlia della grande cantante che ha costituito l’associazione Mirella Freni Ets, allo scopo di mantenere vivo il contributo artistico del soprano a livello mondiale per il canto lirico italiano (riconosciuto dall’Unesco patrimonio immateriale dell’umanità), tramandandone i valori umani, etici e culturali di cui è stata esempio costante.
La decisione è stata presa a febbraio, nell’anno caratterizzato da diverse ricorrenze legate alla vita e alla carriera dell’artista, dai 90 anni dalla nascita, ai cinque anni dalla morte, fino ai 70anni dal debutto.
È con grande gioia e affetto che ricordiamo Mirella Freni che fu una delle primissime premiate a Profilo Donna nel ’91 infatti quando era lontana dai palcoscenici, frequentava volentieri le serate conviviali di Donne del 2000Aps per stare con le amiche della sua amata Modena. Ed è Micaela Magiera che ricordando la mamma, si impegna a celebrarla, mettendo mano agli archivi del grande soprano per regalarci alcuni scatti storici che la ritraggono: “Sistemare l’archivio è stato ed è un grande lavoro che mi ha dato l’idea di costituire una associazione che possa tramandare i valori di Mirella Freni.
Il mio intento e lo scopo della associazione che trovate sul sito www.associazionemirellafreni.com è quello di:
• Promuovere e favorire la cultura e lo studio della musica in ogni ambito sociale, come linguaggio universale capace di superare barriere o differenze, con particolare attenzione per le future generazioni e i soggetti fragili;
• Organizzare e gestire l’archivio Mirella Freni, incrementandone il valore di ricostruzione documentale storico-artistica e la fruibilità;
• Divulgare la tradizione del canto lirico italiano (Patrimonio immateriale dell’umanità) affinché non vada dispersa, ma diventi motivo di conoscenza per la collettività e di promozione della cultura italiana nel mondo;
• Promuovere e sostenere lo studio e il perfezionamento di giovani artisti in ambito musicale ed arti varie;
• Svolgere ogni attività idonea o di supporto al perseguimento delle finalità istituzionali;
• Collaborare con altre organizzazioni, altri enti pubblici o privati, che operano con finalità sociali analoghe alla propria o attinenti;
• Collaborare con le scuole di ogni ordine e grado e con le Università, per diffondere l’importanza degli scopi principali dell’associazione stessa.
Inoltre ringrazio anche in questa occasione l’Amministrazione Comunale e il M.o Sisillo del Teatro Comunale di Modena per aver dedicato subito dopo la scomparsa della mamma, il Teatro di Modena già intitolato a Luciano Pavarotti, anche alla memoria della mamma. Come figlia ho ricordi straordinari sia della sua vita privata che artistica che ho racchiuso in un libro dal titolo “La bambina sotto il pianoforte”, il luogo dove spesso mi rintanavo per ascoltarla durante le prove delle sue romanze...”
In occasione dell’omaggio a Mirella Freni, riproponiamo uno stralcio dell’intervista che ci ha rilasciato nel 1991, anno della sua premiazione a Profilo Donna.
Signora Freni, dopo tanti anni di onorata carriera, pensa di avere dato più lei alla lirica o viceversa?
«Ho avuto molto dalla lirica, ma non mi è stato mai regalato niente perché quella di soprano è una carriera molto difficile e bisogna fare grandi sacrifici nello studio sempre con molta disciplina e farlo per tanti anni come me non è indubbiamente facile ma devo dire che questo mondo mi ha dato tante soddisfazione… più di così non saprei… quindi se devo mettere sul piatto della bilancia chi ha dato di più diventa davvero difficile poterlo stabilire… lasciamolo dire la pubblico».
Ci vuole raccontare i suoi esordi?
«Fu una grande emozione per me il fatidico debutto del 3 febbraio 1955 nel ruolo di Micaela nella Carmen di Bizet, non dimenticherò mai il successo di quella serata e il grande cesto di rose gialle che mi fecero recapitare gli amici del loggione, miei grandissimi fans: per molti anni ero sempre stata in fila con loro nei vari teatri in giro per l’Italia e quando sono passata dall’altra parte loro per primi mi hanno dimostrato un grande entusiasmo e con quelle rose sono stati di una carineria incredibile».
Quali sono i personaggi che ha interpretato che sente più vicini a lei.
«Indubbiamente tutti quelli che ho scelto hanno sempre qualcosa che mi somiglia. È difficile dire cosa, sono tutti belli, sono tutti “miei figlioli”, mi assomigliano un po’ tutti e, naturalmente, qualcuno mi assomiglia di più».
Tra i Maestri che l’hanno accompagnata e diretta in questi anni quali ricorda più volentieri?
«Con tutti i grandi con i quali ho avuto ottimi rapporti di lavoro. Certo che quando ero giovane e loro intuivano che avevo capacità canore ancora da esternare, erano molto esigenti e pretendevano sempre di più. Da un lato era impegnativo per me soddisfarli ma questo significava che avevano stima e fiducia delle mie possibilità e fondamentalmente sapevano che ce la potevo fare. Primo tra tutti devo ringraziare di questo il grande maestro Von Karajan, poi Kleiber, Gavazzeni, Abbado, il maestro Muti, Osawa, Stefano Ranzani solo per citarne alcuni. Trovare un appoggio di stima e fiducia reciproca con il proprio direttore d’orchestra è davvero fondamentale per la buona riuscita dell’opera».
A proposito di Von Karajan ricordo un aneddoto che lei mi raccontò quando vi incontraste per la prima volta…
«Fu nel 1963 quando lui, solo per sentito dire, si fidò di accettarmi come Mimì alla Scala senza avermi mai vista. Immagino quanto fosse teso e curioso al tempo stesso di conoscermi e quando arrivò il fatidico momento io lo vidi e mi sembrò leggergli da subito nel pensiero. Vidi che mi guardò pensando: “il fisico c’è”... sai lui era un’esteta e aveva visto che avevo il fisico adatto per interpretare Mimì,. Allora ero bella magrina, e poi vedevo che scalpitava per sentire come cantavo... quello sarebbe stato il momento cruciale del nostro incontro... L’intesa fu davvero immediata perchè quando andammo nel mio camerino per l’audizione di prova, lui scelse d’istinto l’ultimo atto quello che anch’io avrei scelto per capire il personaggio e la sensibilità dell’ interpretazione di Mimì... non mi ha fatto cantare l’aria, non mi ha fatto cantare i duetti: è andato dritto dritto all’ultimo atto perchè voleva proprio vedere se anch’io avevo capito fino in fondo il ruolo di Mimì. Mentre mi ascoltava cantare vedevo che seguiva rapito e impallidiva, poi a un certo punto mi guardò e mi disse: “andiamo”... era fatta!!!
L’intesa era stata perfetta e pensare che fino a quel momento non ci eravamo detti neanche una parola…».
Mirella Freni la grande soprano, famosa in tutto il mondo, è una donna dolce e tenace al tempo stesso, che ha dedicato la vita al bel canto fin dalla più tenera età. Il suo debutto fu infatti a soli dieci anni in un concorso canoro radiofonico per ragazzi dove si presentò con Un bel dì vedremo. Il tenore Beniamino Gigli, che allora la sentì cantare, le consigliò di smettere per un po’ per non rovinarsi la voce, così Mirella seguì il suo consiglio e riprese gli studi solo a diciassette anni con il Maestro Ettore Campogalliani, lo stesso che insegnò canto anche a Renata Tebaldi e il maestro Bertazzoni e Magiera, col quale ha studiato per oltre 20 anni. Dopo due anni di preparazione, Mirella Freni debuttò al Comunale di Modena il 3 marzo 1955 nel ruolo di Micaela della Carmen di Bizet, fu un grande successo: mise in luce le doti vocali della giovane soprano che immediatamente ebbe moltissime offerte di ruoli. Lei però preferì tralasciare la carriera per sposare il Maestro Leone Magiera da cui ebbe una figlia, che chiamò Micaela come il personaggio della Carmen interpretato al suo debutto. Più tardi divorziarono e, in seconde nozze, Mirella Freni sposò il basso Nicolaj Ghiaurov; il loro fu un sodalizio artistico e sentimentale di oltre venti anni.
Mirella riprese la carriera dopo la maternità nel 1958, vincendo il prestigioso premio internazionale Giovanni Battista Viotti a Vercelli.
Continuò cantando la Boehme nel ruolo di Mimì a Torino, quindi cantò al Teatro dell’Opera in Olanda nel 1959 e 1960. La sua carriera decollò definitivamente quando interpretò il ruolo di Adina nell’Elisir d’amore, Susanna nella Nozze di Figaro e Zerlina nel Don Giovanni a Glyndebourne (‘60-’62). In quel biennio di frenetica attività, debuttò anche come Nannetta nel Falstaff al Covent Garden di Londra e apparve regolarmente come Violetta nella Traviata, Micaela nella Carmen e Tatiana nell’Eugene Onegin. Era Mimì quando alla Scala Mirella Freni riscosse un enorme successo nel 1963 diretta da Herbert Von Karajan con la regia di Franco Zeffirelli. Da allora cantò alla Scala per altri trent’anni, aprendo otto stagioni liriche. Al Metropolitan cantò Mimì nel 1965 e da allora diventò la primadonna del bel canto conosciuta in tutto il mondo. Nel 1970 Mirella Freni cominciò a cantare e interpretare ruoli più difficili come Elisabetta nel Don Carlo, Desdemona nell’Otello e Amelia nel Simon Boccanegra. Nonostante le parti più spinte, la sua voce è rimasta sempre quella dal tono caldo e dalla tecnica impeccabile. In oltre quaranta anni di carriera, Mirella Freni ha interpretato più di quaranta ruoli mantenendo perfetta non solo la qualità e la timbrica della sua voce, ma anche la franchezza e la semplicità di espressione che hanno da sempre caratterizzato il suo modo di cantare. Mirella Freni a oggi può vantare il ruolo del più grande soprano donna che ha cantato sotto la guida dei più famosi direttori d’orchestra contemporanei ed è stata la cantante preferita del maestroo Von Karajan tanto che la loro collaborazione artistica è durata più di sedici anni e ha prodotto un vasto repertorio di opere, concerti e dischi. Innumerevoli i premi e i riconoscimenti a livello nazionale ed internazionale, tra cui quello di Cavaliere della Gran Croce della Repubblica Italiana nel 1990 e della Legion d’Onore nel 1993 in Francia, la laurea honoris causa in lingue e letterature straniere dell’Università di Pisa solo per citarne alcuni.